Gli esponenti dell'opposizione chiedono che non ci si limiti al semplice aumento delle tariffe, ma che si guardi al programma triennale per il territorio



Redazione

OFFIDA
La minoranza consiliare "Obiettivi comuni per Offida" espone le sue motivazioni del parere negativo sul bilancio della Ciip nel seguente intervento della seduta di giovedì 26 gennaio:
<<Innanzitutto vorremmo ringraziare il sindaco Luigi Massa per aver portato in consiglio comunale la discussione della relazione programmatica e previsionale per l’anno 2023 della Ciip spa, cosa non sempre rispettata in questi anni. Molti sono i temi che incuriosiscono e che hanno portato il gruppo 'Obiettivi comuni' a riflettere sui contenuti riportati nelle 188 pagine della relazione ricevuta dagli uffici comunali per l’odierna assise. I punti nevralgici, che interessano la nostra comunità riguardano fondamentalmente quattro aspetti: situazione delle perdite sulle conduttore; aumenti tariffari per il triennio 2022/2024; depuratore di Campolungo; Depuratore di Santa Maria Goretti. Situazione delle perdite sulle condutture: ciò che viene riportato sul documento cozza in vari punti, cozza nei numeri riportati e cozza con ciò che la Ciip riporta sulle pagine che acquista nei quotidiani locali dove elenca il “risparmio idrico del 10% grazie a tecnologie innovative”. La Ciip riporta di utilizzare un’innovativa tecnologia satellitare per l’individuazione delle perdite idriche, chiamata “Asterra”, dichiara di aver analizzato 2.289 chilometri di rete, e di aver localizzato una perdita per ogni chilometro verificato. Questi dati porterebbero a dire che le perdite sul totale delle linee siano nel numero di 2.289, giusto? Invece no. Sempre la Ciip, nello stesso documento, certifica che su “157,8 chilometri effettivi indagati e analizzati dei 2.289” sono state “154 le perdite localizzate”. I numeri a noi non tornano. Veniano all’affermazione dove ci si vanta di un “risparmio idrico del 10% grazie alle tecnologie innovative”. Preferiamo non entrare nel merito delle dichiarazioni riportate dai vertici dove, in un primo incontro, avuto con diversi comitati impegnati sul territorio, si dichiarava che le perdite si assestavano a circa il 18%. Nel secondo incontro siamo passati a perdite che si aggiravano sul 25%, mentre il dato ufficiale di Arera parla di perdite di rete pari al 32,7%. Arera certifica una perdita di 1 litro ogni 3 immessi sulla rete, reti obsolete che da 60 anni aspettano interventi di rifacimento come dichiarato dal presidente Alati, sulla carta stampata, negli incontri ufficiali e nelle diverse registrazioni televisive trasmesse dalle emittenti locali (l'ultima pochi giorni fa). Aumenti tariffari per il triennio 2022/2024: i cittadini si trovano a subire un aumento di quasi il 25% tra il 2023 e il 2024. Un aumento esorbitante, soprattutto in questo contesto storico. Ciò che sconforta maggiormente è la solita confusione. Perché si è precipitata ad apportare un aumento di queste proporzioni e soprattutto retroattivo, andando a chiedere del denaro anche per l’anno passato? L’aumento ci porta ad adottare una tariffa che graverà in maniera più pesante rispetto alla media regionale e nazionale. Hanno forse gravato sul piano d’investimenti degli anni passati opere per la sistemazione di strade, piazze e marciapiedi non proprio pertinenti con le finalità del servizio idrico? Lei, sindaco, non si era presentato all’assemblea dell’Ato per protestare contro questa decisione, oggi invece pensa di votare favorevolmente a questo aumento, anche sulla scorta dei dati riportati?. Depuratore di Campolungo: la Ciip dice che in data 15 giugno 2022 viene “redatto stato di consistenza” con costi straordinari per 750.000 euro e costi AUA non eseguita dal Consid per 980.000 euro. Dichiara altresì, nel documento “Sintesi grandezze” che sono “previsti investimenti a lungo termine per il depuratore di Campolungo per 8/10 milioni di euro, e vengono previsti nel Piano degli Interventi 2022/2047 la somma di 2 milioni di euro. Sembra un film già visto sul nostro territorio. Il Consid e la Picena Depur lasciano alla Ciip, un impianto fatiscente che per assolvere il suo compito (depurare), ha bisogno di un investimento che supera i 10 milioni. La Ciip per tutta risposta pensa di investire 2 milioni tra il 2022 e il 2047. Come pensiamo di far funzionare questo impianto senza investire il dovuto? Chi doveva vigilare, controllare e far funzionare l’impianto cosa ha fatto in questi anni? Chi ci risarcisce dei danni all’ambiente e alla salute?. Depuratore di Santa Maria Goretti: nella relazione programmatica la Ciip omaggia la nostra città con ben 4 pagine su 188. Finalmente ricorda che ha in carico l’impianto dal 2014. Nel documento troviamo il riscontro di quanto segnaliamo da anni e la stessa Ciip che, a pag. 68/188, parla di “immissioni anomale in ingresso all’impianto e relative problematiche nella gestione della stessa” già prima del suo trasferimento alla Ciip, l’impianto “era stato trasformato da impianto industriale a impianto di depurazione di acque reflue”. Andiamo avanti, nel 2019 la Ciip (pag. 69/188), intraprende “un percorso con le aziende che producono il maggiore carico inquinante, ritenendo sin da subito che parte dei disagi rilevati possano essere risolti all’origine”. Dal 2014 arriviamo al 2019 prima di intraprendere un percorso, e nel mezzo possiamo aggiungerci la linea nord che rimane non operante fino a giugno del 2022. Arriviamo al 2022 dove, dopo una conferenza dei servizi tenutasi il 28 febbraio, si stabilisce di realizzare un pretrattamento, e un ampliamento dell’impianto esistente da 11.000 a 25.000 abitanti equivalenti. La Ciip (pag. 69/188), rimarca che “per l’impianto di pretarattamento, che all’atto della stesura del documento presenta importanti difficoltà autorizzative sul piano urbanistico, si può immaginare l’ingresso in esercizio non prima della fine del 2023”. Per ciò che riguarda l’ampliamento dell’impianto, la Ciip dichiara “che entro la fine dell’anno si possa addivenire all’approvazione del progetto esecutivo” con l’esecuzione dei lavori stimabili in circa 3 anni. Sbagliamo o il ministero per la transizione ecologica aveva imposto l’adozione del progetto entro due mesi dalla conferenza dei servizi del febbraio 2022? Veniamo alle noti dolenti del documento, dove si dichiara (pag. 71/188) che “avendo acquisito la certezza dell'enorme impatto sull’impianto di depurazione dello scarico delle predette due ditte ubicate nell’area di influenza della rete fognaria afferente al depuratore, la Ciip, ha provveduto ad avviare un’azione legale nei confronti di ciascuno degli interessati, mediante il ritiro del proprio parere vincolante per l’autorizzazione allo scarico. Questi atti hanno condotto alla revisione integrale della configurazione delle autorizzazioni allo scarico delle ditte e dell’impianto di depurazione”. Dal 2014 si conoscono le dinamiche e si ritira il proprio parere nel 2022, dopo ben 8 anni di scarichi anomali? Concludiamo con la ciliegina sulla torta. La Ciip chiude con la più clamorosa dichiarazione: “acclarato che l’impianto di depurazione non possiede la potenzialità strutturale per consentire il trattamento dei flussi provenienti dalla rete, le autorità hanno imposto alle ditte, la realizzazione di sistemi di trattamento per la mitigazione dell’impianto dei propri scarichi in fognatura, prescrivendo l’installazione di sistemi di pretrattamento specifici. D’altra parte, considerando che l’impianto di depurazione, proprio per gli scarichi delle predette ditte nel distretto fognario, non possiede la potenzialità per il rispetto dei limiti tabellari dell'allegato 3 (parte V) del d.lgs. 152/2006”. Nel 2022, malgrado se ne sia a conoscenza dal 2014, si può affermare che l'impianto non possiede la potenzialità strutturale per consentire il trattamento dei flussi?. Si possono affermare tali circostanze dopo aver investito quasi 2 milioni di euro per l’ammodernamento della linea sud e il ripristino della linea nord, conoscendo il problema dal 2014?>>.

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