Sabato 12 febbraio (ore 21), anteprima giovani giovedì 10 febbraio (ore 17)
Redazione
FERMO
Arriva al Teatro dell'Aquila di Fermo L'Italiana in Algeri. Dopo il debutto dello scorso 5 febbraio al Teatro della Fortuna di Fano, l'opera di Gioachino Rossini, nuova produzione della Stagione 2021/2022 della Fondazione Rete Lirica delle Marche, recuperata dal 2020 quando – alla vigilia del debutto – i teatri furono chiusi per contrastare la pandemia, approda al Teatro dell’Aquila di Fermo il 10 febbraio alle ore 17.00 per l’anteprima giovani ed il 12 febbraio alle ore 21.00.
La ripresa di questa produzione, la cui “prima” sarebbe coincisa proprio con il primo giorno di lockdown, vuole essere il simbolo della lotta portata avanti dai teatri in questi anni difficili e sottolinea la volontà della Fondazione di mantenere gli impegni con gli artisti e le maestranze coinvolte; inoltre desidera essere un segnale di ripresa, di “ricominciamo da dove eravamo rimasti”, per portare in scena una produzione impegnativa, simbolo della progettualità della Rete Lirica delle Marche.
Nel solco della tradizione fermana di educazione alla cultura musicale ed all'ascolto dell'Opera, verrà data un'opportunità ai giovani di poter assistere allo spettacolo nell'anteprima del 10 febbraio a prezzi vantaggiosi, così come per le associazioni che assistono le fragilità.
Il nuovo spettacolo prodotto dal circuito dei teatri marchigiani, è firmato da Cecilia Ligorio – regista, librettista, attrice e drammaturga veronese, con studi all’Accademia “Silvio D’Amico” di Roma. Sul podio dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini ci sarà l’energia e la brillantezza di un astro emergente come Ferdinando Sulla; le scene sono di Gregorio Zurla, i costumi di Vera Pierantoni Giua, le luci di Fabrizio Gobbi, riprese da Marco Scattolini e Alberto Cannoni. Il Coro è quello del Teatro della Fortuna preparato da Mirca Rosciani.
Una delle opere più celebri del repertorio buffo di Gioachino Rossini (1792 - 1868), L’Italiana in Algeri venne rappresentata per la prima volta al Teatro di San Benedetto di Venezia il 22 maggio del 1813; il titolo viene considerato come uno dei massimi contributi per il rinnovamento dell’opera buffa italiana grazie a un nuovo stile nell’organizzazione dei numeri comici e nell’orchestrazione delle scene d’insieme; in repertorio per tutto l’Ottocento, l’Italiana lentamente scomparve per poi essere ripresa negli anni Venti del Novecento e riconquistare un posto fra le opere più rappresentate di oggi.
La trama del libretto di Angelo Anelli narra le vicende a lieto fine di Isabella, giovane italiana, catturata dai corsari del Bey Mustafà, desideroso di cambiare moglie. Isabella incontra alla corte del Bey il suo amato Lindoro, sulle cui tracce si era messa in viaggio. Per attuare il piano di fuga e poter rientrare così in Italia, i due mettono in atto una finta cerimonia stuzzicando la vanità di Mustafà: distraendolo dall’intento principale, trovano la via di casa sotto gli occhi increduli del Bey, al quale non rimane altro che ritrovare l’amore fra le braccia della moglie Elvira.
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