“La cultura muove le montagne”, è il claim scelto per la valorizzazione della città e del territorio.
Foto di Stefano Capponi
Redazione
ASCOLI PICENO
La città di Ascoli Piceno si è candidata a Capitale italiana della cultura per il 2024 ed è in lizza per l’assegnazione del titolo insieme ad altre ventidue, tra città e unioni territoriali, realtà di medie-piccole dimensioni.
Il Comune ha inviato il dossier al MIC (Ministero della Cultura) lo scorso 19 ottobre e c’è da attendere fino al prossimo 18 gennaio 2022 per la valutazione e la selezione da parte della commissione preposta dei dieci progetti finalisti.
“La cultura muove le montagne” è il claim scelto per rappresentare una visione metromontana che coinvolge tutto il territorio Piceno, con particolare attenzione alle aree interne. Si fa leva sulla potenza della cultura, come trasformazione, come forza propulsiva, come incentivo alla creatività, al cambiamento continuo verso il nuovo, il meglio, come collante della partecipazione della comunità e della costruzione collettiva di una città sostenibile.
A&P24 è l’acronimo del progetto, non un progetto di città ma un territorio come progetto, in cui il contesto urbano abbandona la sua autoreferenzialità e si apre a un dialogo di area vasta, innescando un processo innovativo in grado di fondere il ricco patrimonio ereditato dal passato con le sfide della contemporaneità, sperimentando nuove pratiche co-generative, partecipate e proponendo un percorso trasformativo fondato su politiche, programmazioni e produzioni culturali nativamente phygital (neologismo originato dalla crasi tra physical e digital, dove l’esperienza fisica viene arricchita da quella digitale, attraverso uno strumento tecnologico in grado di modellare la comunicazione e la fruizione per ogni utente, supportandolo prima, durante e dopo la visita).
Cinque i temi sui quali si snoda il palinsesto culturale composto da sessantuno iniziative, tutte animate da un approccio "human centred" e "site specific", che coinvolgeranno cittadini, visitatori e stakeholder, quali attori di un cambiamento condiviso, consentendo loro di divenire:
- “Esploratori del limite” scoprendo il connubio originale che lega cultura e scienza;
- “Costruttori di bellezza” ricercando l’inedito, il bello e l’utile, nell’operosità dell’ingegno e delle mani;
- “Ricercatori di senso” indagando noi stessi, la nostra identità, consapevoli che essa è sempre plurale e in divenire;
- “Custodi di futuro” alimentando una rinnovata etica della cultura, che faccia risuonare il territorio all’unisono con i Goal 2030, il Green Deal, e il New European Bauhaus;
- “Complici di vita” sperimentando un nuovo modello di welfare culturale.
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