Un nuovo modello per l’accoglienza: già operativo dalla prossima primavera



Redazione

SAN BENEDETTO DEL TRONTO
È stato presentato il progetto “Turismo che innova: ricerca, dati e intelligenza artificiale per l’accoglienza nelle Marche”, un percorso che, già dalla prossima primavera, porterà i turisti a sperimentare nuove esperienze di accoglienza digitale:

- Dori, un assistente turistico che dialoga via WhatsApp, collegato al Digital hub Marche (DhM);

- borghi-laboratorio che sperimentano domotica, IoT e storytelling multimediale, a partire da esperienze come Monsampolo borgo accogliente;

- una rete di contenuti prodotti dalle scuole e orchestrati dal DhM, pronti a diventare patrimonio informativo a disposizione del visitatore.

L’obiettivo non è “aggiungere un progetto”, ma dotare il territorio di una regia scientifica stabile, capace di progettare le iniziative sulla base di analisi preliminari, sperimentarle sul campo e misurarne i risultati con Kpi chiari, per migliorare stagione dopo stagione ed evitare improvvisazioni.

Le Marche scelgono di innovare il turismo partendo da studio, metodo e collaborazione. Non uno slogan in più, ma un cambio di fase: dalle singole iniziative locali a un vero ecosistema turistico innovativo, costruito insieme da istituzioni, università, scuole, imprese e amministrazioni del territorio.

Dopo il benvenuto offerto dal presidente provinciale di Confcommercio Fausto Calabresi, affiancato dalla presidente di Federalberghi Cristina Angellotti e da Enrica Ciabattoni, hanno preso la parola per presentare il progetto il professor Valerio Temperini dell’Università politecnica delle Marche e direttore del Crismat (Centro di ricerca metodi e tecnologie), il responsabile e coordinatore capo del progetto Fulvio Silvestri (presidente dell’Istituto Roi), il dottor Raniero Di Gregorio (neuropsicologo e ideatore dell’App Dori), i dirigenti scolastici Saula Rosati dell’Istituto “Fazzini-Mercantini” di Grottammare, e Vincenzo Moretti dell’Istituto alberghiero “Buscemi” di San Benedetto, il sindaco di Monsampolo Massimo Narcisi e il capo di gabinetto della presidenza del consiglio della Regione Marche Valerio Pignotti. 
Tutti hanno sottolineato l’importanza di un progetto condiviso al quale tutti gli attori del territorio (dai comuni alle associazioni di categoria, dagli operatori scolastici alle scuole) possono partecipare per costruire insieme il futuro del turismo marchigiano. Erano presenti anche la professoressa Maria Pia Spurio e Stefano Cocci dell’Istituto alberghiero.

Il comitato scientifico per l’innovazione turistica ha una cabina di regia composta da:

- università e centri di ricerca, che portano competenze su dati, metodologie, modelli di innovazione e studio dei comportamenti;

- istituti tecnici e scuole dell’ospitalità, che contribuiscono con il punto di vista operativo sull’accoglienza e la formazione delle nuove generazioni;

- equipes specialistiche in psicologia della comunicazione e user experience, dedicate allo studio dell’esperienza del turista;

- partner tecnologici, che sviluppano soluzioni digitali basate su IA, Rag, integrazione con il DhM, IoT e domotica;

- istituzioni regionali, che garantiscono coerenza con le strategie di sviluppo turistico e con le piattaforme esistenti;

- esperti legali e di compliance, che presidiano privacy, uso etico dell’IA, sicurezza dei dati e nuove normative europee.

Il Comitato non è una Dmo parallela né un soggetto commerciale: lavora “a monte” e “a valle”, definendo metodi, standard e indicatori, accompagnando i progetti pilota e leggendo i risultati per proporre aggiustamenti mirati. È questo modello operativo - analisi → sperimentazione → Kpi → ottimizzazione - ad aver generato la prima grande case history del percorso:
Dori.
All’interno della conferenza stampa, Dori non viene presentata come “l’ennesima app”, ma come case history di processo: un esempio concreto di come la regia scientifica si traduca in strumenti operativi per l’accoglienza.

Dori è un chatbot turistico su WhatsApp, basato su un sistema di Retrieval augmented generation collegato al Digital hub Marche: il turista fa una domanda, il sistema interroga le banche dati ufficiali e restituisce risposte aggiornate e coerenti con l’identità del territorio.

Dori consente di:

- fornire informazioni pratiche e culturali su borghi, città, eventi e itinerari;

- valorizzare musei, punti di interesse e luoghi identitari;

- mettere in rete operatori economici e servizi locali;

- offrire aggiornamenti su servizi utili (farmacie, trasporti, orari e contatti);

- restituire una visione integrata del turismo locale, governata dal comitato scientifico.

L’accesso avviene tramite Qr code o tag Nfc collocati in punti strategici (uffici turistici, ingressi ai borghi, strutture ricettive e luoghi di transito): basta inquadrare o avvicinare il telefono e si apre subito la conversazione WhatsApp, trasformando Dori in un assistente personale per la scoperta del territorio.

Borghi, scuole, DhM: il turismo come laboratorio di innovazione

Nel modello presentato in conferenza stampa, il turismo diventa un laboratorio di innovazione territoriale:

- i borghi si trasformano in spazi di sperimentazione su domotica, IoT, percorsi digitali e storytelling multimediale;

- le scuole diventano vere e proprie “fabbriche di contenuti”: video, storie, schede e materiali di approfondimento che entrano nella knowledge del DhM e alimentano strumenti come Dori;

- il Digital hub Marche agisce come grande database turistico regionale, in cui confluiscono dati, contenuti, eventi e informazioni dai Comuni e dagli enti culturali, poi resi fruibili in modo semplice e personalizzato.

Così, il modello non solo promuove il territorio, ma forma competenze nuove nelle giovani generazioni e crea un ciclo virtuoso tra scuola, istituzioni e sistema turistico.

Alta formazione e competenze: nasce il Corso Superiore di Specializzazione in Marketing turistico

Un tassello strategico del percorso è il Corso superiore di specializzazione in marketing turistico, promosso dall’Università politecnica delle Marche in collaborazione con l’Istituto Roi, con sede a San Benedetto del Tronto.

Costruito seguendo il metodo del comitato tecnico-scientifico, il corso è pensato per formare figure in grado di interpretare il turismo contemporaneo attraverso:

- uso responsabile e innovativo dell’intelligenza artificiale applicata al turismo;

- progettazione di esperienze digitali integrate e data-driven;

- lettura dei Kpi e dei dati di flusso;

- analisi delle nuove forme di comunicazione e fruizione dei contenuti;

- utilizzo di agent cognitivi e sistemi automatizzati per la promozione internazionale;

- strumenti avanzati per la governance e la valorizzazione dei contenuti turistici.

In questo modo, il territorio si dota di un hub di competenze avanzate capace di sostenere e far crescere, negli anni, le stesse iniziative che oggi vengono presentate: da Dori ai borghi-laboratorio, fino alle future soluzioni di accoglienza digitale.

Una chiamata alla collaborazione: il modello è aperto ai territori

La conferenza stampa è, dichiaratamente, anche un invito a partecipare.

Sono chiamati a collaborare:

- i Comuni interessati a sperimentare nuove forme di accoglienza digitale;

- le associazioni di categoria e gli operatori turistici che desiderano integrare i propri servizi in un ecosistema più ampio;

- le scuole che vogliono attivare percorsi formativi legati al turismo e alla comunicazione;

- i soggetti che già operano nella promozione e nel marketing territoriale, che possono trovare nel Comitato un alleato per strutturare e misurare le proprie azioni.

Il messaggio è netto: non si tratta di sostituire gli attori esistenti, ma di offrire un metodo comune, dati condivisi e strumenti innovativi per rendere più efficaci le politiche di accoglienza.

Dori è la prima case history completa di questo approccio. Le esperienze che partiranno dalla prossima primavera – chatbot tematici, percorsi multimediali, soluzioni IoT, nuove progettualità di formazione – rappresentano solo l’inizio di un modello di turismo che vuole diventare, dalle Marche, un riferimento nazionale per l’innovazione guidata dalla ricerca, dai dati e dall’intelligenza artificiale. 

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