Le proposte dell’associazione per ridurre il carico fiscale: "Semplificazione e benefit per le imprese virtuose"
Redazione
ASCOLI PICENO
Tra i 114 capoluoghi di provincia italiani, Ascoli si posiziona al 42esimo posto per minore incidenza di tasse e contributi su reddito di impresa e reddito disponibile.
È quanto emerge dall’analisi condotta dalla Cna nell’ambito dell’Osservatorio sulla tassazione delle piccole imprese presentato nella giornata di ieri, giovedì 27 aprile, a Roma, dove i vertici nazionali e territoriali dell’associazione e i principali esponenti del mondo della politica hanno discusso approfonditamente dell’impatto dei tributi sulla stabilità delle realtà imprenditoriali del Paese.
“Comune che vai, burocrazia che trovi” è lo slogan che accompagna anche questa sesta edizione dello studio, che come di consueto fotografa l’andamento dell’incidenza della pressione fiscale sul reddito d’impresa nel tempo e nel territorio, offrendo una panoramica estremamente puntuale e dettagliata della diversa incidenza di tasse e contributi di città in città e di regione in regione.
A partire da un’ipotetica piccola azienda tipo, un’impresa artigiana individuale costituita da un impiegato e quattro operai, con macchinari e immobili per un valore commerciale di 500.000 euro, ricavi per 431.000 euro e soprattutto in grado di rappresentare un modello aderente alla realtà multiforme del sistema produttivo italiano, lo studio elaborato dal dipartimento politiche fiscali e societarie di Cna ha dunque messo in luce gli evidenti squilibri che, da nord verso sud, caratterizzano il tessuto imprenditoriale nazionale dal punto di vista della tassazione.
Un esempio piuttosto chiaro, in questo senso, è legato ai due estremi della classifica, in cui a primeggiare è Bolzano e a chiudere la graduatoria Agrigento, in un trend consolidato in tutto il territorio nazionale che, al di là di qualche inevitabile eccezione, sulla base del diverso valore catastale degli immobili produttivi premia le città del nord Italia a scapito dei capoluoghi del Meridione.
Tenendo conto dei parametri che concorrono alla definizione di pressione fiscale Istat, tributi Irpef, Irap, addizionale regionale e comunale all’Irpef, Imu e tassazione sui rifiuti, ma anche contributi dovuti dall’artigiano, il centro studi ha potuto stilare una graduatoria delle città fiscalmente più virtuose, che come già anticipato vede Ascoli al 42esimo posto con un tasso fiscale (Total Tax Rate), pari al 51,9%, ben al di sopra del 46,7% di Bolzano, ma altrettanto più rassicurante del 58% fatto registrare da Agrigento.
Si tratta di una proiezione per il 2022 basata sulle aliquote e tariffe applicate nel corso dell’annualità precedente che, per la città delle cento torri, risulta perfettamente in linea con la media regionale del 53,3% e nazionale del 52,7%, con un calo di ben 8,2 punti percentuali, che diventano 8,4 nelle Marche, tredicesime nella graduatoria per regioni, e 7,5 a livello nazionale, rispetto al 2021 ascrivibile principalmente a una serie di coincidenze favorevoli, come la modifica dell’Irpef inserita nella legge di bilancio 2022, l’eliminazione dell’Irap per imprenditori individuali e autonomi e la deducibilità dell’Imu dal reddito d’impresa nella misura del 100%, e non più del 60%.
In linea di massima, a fare la differenza nell’ampio ventaglio fiscale italiano sono, in massima parte, la tassa locale sui rifiuti solidi urbani (Tari) e l’Imu, mentre altri parametri come l’addizionale Irpef hanno un peso marginale sulla tassazione complessiva. Secondo le stime per il 2022, le imposte erariali corrisponderanno in media al 37,4% della pressione fiscale, con un 14,3% riservato alle tasse comunali e un esiguo 1% di matrice regionale.
L’attenta valutazione dei criteri presi in esame ha permesso al centro studi di individuare per ogni Comune analizzato il cosiddetto “Tax Free Day”, ossia il giorno in cui l’imprenditore può considerarsi finalmente libero dal peso fiscale e destinare i ricavi futuri a consumi familiari e investimenti. Si tratta, in altri termini, dell’ultimo giorno di lavoro necessario per creare il reddito utile ad assolvere gli impegni presi con il fisco, che nel caso di Ascoli corrisponde al 7 luglio, tre giorni in meno rispetto alla media nazionale.
Un dato che, fortunatamente, appare in controtendenza rispetto a quello registrato nel 2021, quando l’ultimo giorno riservato al pagamento degli oneri fiscali era fissato al 7 agosto, due giorni prima della stima elaborata per il 2019, ma che comunque mette in luce le criticità di un sistema fiscale che necessita al più presto di una riforma strutturale.
A questo proposito, le modifiche attualmente in discussione propongono una rivisitazione radicale del sistema fiscale, orientata alla riduzione della pressione fiscale come stimolo alla produttività delle imprese e alla crescita economica. In particolare, tra i principi della riforma la Cna di Ascoli sottolinea il suo apprezzamento nei confronti della semplificazione e del contrasto all'evasione fiscale, puntando alla “compliance” anziché a misure repressive.
Impossibile, tuttavia, non notare l’assenza dall’attuale ddl della riforma del catasto, di estrema importanza alla luce dell’attuale incidenza della tassazione sugli immobili.
Lo studio condotto da Cna ha consentito di tracciare un’autentica cartina tornasole delle politiche fiscali messe in campo nel nostro Paese, particolarmente utile a valutare l’efficacia delle soluzioni adottate dai governi e dalle amministrazioni locali, individuando le strategie da seguire per mettere le imprese nella condizione di esprimere al meglio la propria professionalità.
In questo senso, la Cna picena ritiene indispensabile premiare le imprese più efficienti nella produzione della ricchezza, ossia quelle in grado di generare un reddito più elevato rispetto a quello delle aziende attive nel medesimo settore, in un meccanismo virtuoso che possa riservare una riduzione della pressione fiscale commisurata al reddito di eccellenza stimolando l’intero comparto a fare meglio.
Al tempo stesso, il nuovo sistema fiscale dovrà farsi carico dell’eliminazione di tutte le norme che ad oggi obbligano le imprese all’invio dei dati, ripristinando nel nome della semplificazione una serie di diritti fondamentali dell’imprenditore. Nello specifico, esonerare le aziende dall’invio dei dati delle liquidazioni Iva, ridurre la ritenuta dell’8% sui bonifici relativi alle spese per cui sono concesse detrazioni fiscali e incrementare il limite per il visto di conformità consentirebbe di far fronte a un’autentica “giungla fiscale” generata dall’attuale scarsa disponibilità di risorse nel bilancio dello Stato.
«Anche quest’anno la nostra associazione ha prodotto uno studio estremamente dettagliato dedicato alla pressione fiscale nel nostro Paese, offrendo un notevole contributo su un tema con cui le imprese si vedono quotidianamente costrette a confrontarsi - dice Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli -. Nonostante i notevoli passi avanti compiuti negli ultimi anni, il sistema fiscale italiano risulta ancora viziato da una serie di criticità che impongono agli imprenditori di dedicare oltre il 50% dell’attività lavorativa annuale al pagamento di tasse e contributi. Le proposte avanzate da Cna, valide a livello nazionale, troverebbero un’applicazione concreta ed efficace anche nella nostra provincia, dove il tessuto imprenditoriale necessita di prospettive a lungo termine e maggiore sostegno agli investimenti. In questo senso, un’ulteriore diminuzione della pressione fiscale nel segno della semplificazione garantirebbe una boccata d’ossigeno a chi fa impresa, dando nuovo slancio a tutti i settori economici del territorio».
«Le nostre imprenditrici e i nostri imprenditori meritano di poter sostenere un fisco meno oneroso, ma soprattutto più semplice e più equo - aggiunge Arianna Trillini, presidente della Cna di Ascoli -. Non bisogna dimenticare che il 98% delle aziende italiane è costituito da piccole realtà imprenditoriali che, mediamente, solo a estate inoltrata riescono a scalare l’Everest della tassazione e della contribuzione. È necessario innescare quanto prima un meccanismo realmente virtuoso, che possa premiare le aziende che nonostante le difficoltà del momento riescono a raggiungere importanti traguardi professionali, spronando così gli imprenditori italiani a lavorare di squadra per ridurre l’impatto delle tasse sui conti delle attività».
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