Si chiede maggiore attenzione dei vertici della Regione Marche
Redazione
ASCOLI PICENO
<<In pochi mesi si è generato un clima di sconforto in particolare tra tutto il personale ospedaliero dell’Area Vasta 5, senza distinzione di ruolo e zona geografica: ogni giorno ci arrivano segnalazioni che dimostrano l’abbandono e la disorganizzazione del servizio pubblico più importante, quello sanitario. Si aggiunge un vergogoso tentativo di 'silenziare' le voci non allineate al pensiero unico. È per questo che gridiamo con forza agli operatori sanitari che non sono soli e che possono trovare nelle donne e negli uomini del Partito Democratico, persone in grado di dare una soluzione pratica alle loro problematiche. Ma se il Pd c’è e combatte insieme al loro è vergognoso l’abbandono nei confronti della sanità che si sta avendo da parte dei livelli regionali. L’esempio lampante è dato dalla manifestazione in programma per il 12 luglio ad Ancona da parte dei sindacati ospedalieri dell’Area Vasta 5. Negli ultimi tempi, infatti, la situazione è diventata purtroppo la peggiore delle Marche, aggiudicandosi a pieno titolo il ruolo di 'cenerentola'. È quindi lecito chiedersi: che fine hanno fatto i paladini della sanità picena che tanto urlavano in campagna elettorale, sindaco di Ascoli compreso? Per questo penso che l’iniziativa istituzionale presa dall’Unione dei Comuni della Vallata del Tronto con l’indizione di un consiglio comunale aperto sulla sanità del piceno sia un’occasione da cogliere in primis da parte della Regione Marche, così da poter fugare una volta per tutte i dubbi che attanagliano chi come me ogni giorno riceve decine e decine di segnalazioni da parte di cittadini che non riescono a prenotare una visita al CUP se non a pagamento (situazione che sta assumendo contorni vergognosi), e di realtà nei reparti che definire emergenziali sarebbe poco. Le assunzioni promesse non arrivano: nel Piceno oltre agli addetti stabili ci sono oltre 200 persone a tempo determinato che però non bastano a gestire la situazione attuale. Loro vedranno scadere il proprio contratto a metà settembre, e stando agli atti dei livelli regionali (piano occupazionale), i mancati rinnovi saranno di molto superiori alle assunzioni, costringendo quindi la sanità picena a nuovi accorpamenti e chiusure strutturali a causa del minor personale (i sindacati indicano oltre 170 unità in meno), che avremo nei prossimi mesi. Si sta generando un vortice dal quale si rischia di non tornare più indietro: i servizi accorpati per recuperare personale comunque insufficiente generano liste di attesa infinite, e conseguenti mancate diagnosi causa anche le apparecchiature vetuste (che non sembrano in odore di sostituzione se non attraverso i fondi del governo). Un caos che riguarda anche il territorio: con questa situazione resteranno scoperti molti servizi come la guardia medica, la guardia turistica col rischio di affollare ancor più il pronto soccorso e i reparti di emergenza urgenza che sono da mesi lasciati a loro stessi. Basti pensare che al 'Mazzoni' a causa degli accorpamenti ci sono ben 38 posti letto in meno. Come Partito Democratico della Provincia di Ascoli, insieme al Circolo Sanità, siamo da tempo impegnati nell’azione di denuncia e soluzione delle problematiche, ma la Regione Marche insieme alla direzione di Area Vasta è sorda alle esigenze dei cittadini e degli operatori. Ribadiamo quindi la necessità di dotare il Piceno di una conferenza dei sindaci in grado di lavorare in piena autonomia e legittimità così da poter ridisegnare quella che deve essere l’offerta di salute su tutto il territorio Piceno>>.
Francesco Ameli - segretario provinciale, capogruppo del Pd di Ascoli Piceno
© Riproduzione riservata - L'Alba