Stabilizzazione dei precari e scorrimento delle graduatorie. Sono queste le imminenti richieste del sindacato



Redazione

ANCONA
<<La scrivente Organizzazione Sindacale, porta ancora una volta all'attenzione dei cittadini, le difficoltà che si trovano ad affrontare quotidianamente le strutture del servizio sanitario regionale, afflitto da carenza di personale in tutti i reparti e servizi. Le direzioni delle aziende regionali, costringono i lavoratori a saltare riposi dovuti, giorni di ferie, e ad affrontare ritmi e carichi di lavoro inaccettabili. Il personale sanitario nelle Marche (in particolare medici e infermieri OSS), è ridotto all’osso, tanto che le ferie, dopo oltre due anni estenuanti sia fisicamente che mentalmente a causa della pandemia, possono essere garantite solo attraverso la chiusura di interi reparti\servizi sulla pelle dei dipendenti e a ulteriore discapito degli utenti. A giugno, si è aperto il periodo delle ferie estive (garantite contrattualmente ed irrinunciabili), e questo accentua la situazione d'emergenza, dovuta appunto alla carenza cronica di organico che è oramai la realtà quotidiana, da diversi anni, della maggior parte dei presidi ospedalieri e dei servizi, perché impedisce una gestione corretta delle attività, cancella tutele, e moltiplica le condizioni di rischio per la sicurezza di tutti. Non si comprende come mai gli idonei in graduatoria nei concorsi espletati nella nostra Regione, non vengano assunti, così pure non vengano sfruttate le graduatorie di mobilità. Ricordiamo i lavoratori precari, centinaia di unità in scadenza a fine giugno, i quali dopo aver retto il sistema in piena pandemia non sanno tuttora che fine faranno. Mantenendoli con proroghe di soli tre mesi, in uno stato di precarietà permanente, si umiliano centinaia di lavoratori. Gli stessi che avete chiamato 'eroi'. La Regione, non ci risulta debba espletare un piano di rientro per disavanzo nel campo della sanità pubblica anzi, pertanto è del tutto inaccettabile che non si assuma personale sanitario per garantire la sanità pubblica che è un dovere costituzionale. Nonostante questa drammatica condizione sia stata sollevata in tutte le sedi ed in tutte le forme, le aziende sanitarie della Regione, continuano a bloccare le assunzioni lasciando scoperti anche i posti che si liberano con il turn over. Non lo dice USB, ma il conto economico pubblicato da pochi giorni, dell’azienda unica regionale, la più grande della nostra Regione con oltre 20.000 dipendenti, che nel 2020, anno della pandemia, ha speso per il personale sanitario del comparto meno di 5,791.145 milioni di Euro rispetto al 2019 (incredibile ma vero). Riteniamo che la Regione Marche debba prendere atto e investire le risorse economiche della sanità regionale sulle risorse umane. Il taglio dei posti letto e la chiusura di interi ospedali nella nostra regione, è oramai nota, ed è inaccettabile che si continui con questa politica che completa il quadro di una sanità in coma irreversibile. Pensare di arginare il problema attraverso il mantra dell’assistenza territoriale per poi darla in gestione ai privati, come in Area Vasta 5 è stato fatto, e non è solo follia. L’assistenza territoriale, insieme alla prevenzione e alla riabilitazione, è stata la prima ad essere smantellata quando negli anni novanta si è scatenata la furia privatizzatrice. Una rete capillare fatta di strutture, professionalità e saperi, non si ricostruisce in un giorno semplicemente evocandola nel PNRR. E, anche volendo prescindere da ciò, il territorio non può esistere senza una degna rete ospedaliera, se gli ospedali non possono funzionare senza un'efficace filtro territoriale. Il direttore genarle Asur, con determina n. 408 del 31 Maggio scorso, intende cedere in gestione i pronto soccorso e interi reparti al terzo settore, già in alcuni casi presenti con medici e infermieri con la partita Iva. Inoltre è quanto meno curioso che l'Asur appalti i P.S. proprio ora che la riforma sanitaria annunciata dall’assessore, verrà a breve soppressa. Come USB da molti anni, esponiamo l’assoluta gravità delle scelte della direzione generale, che hanno prodotto meno sanità pubblica, meno reparti, meno posti letto, meno diritti, meno personale, e meno salario. Per quanto riguarda la riforma della sanità Regionale prospettata e annunciata dall’assessore regionale, chiediamo un confronto, anche  rispetto a come si intende procedere nei vari aspetti oltre che sanitari anche attraverso i fondi contrattuali dei lavoratori. Riteniamo che si debbano ripristinate le USL, (Unita Sanitarie Locali), dato che l’aziendalizzazione ha prodotto molto poco. Ovvio che la missione della sanità regionale deve essere per l'USB quella di riaprire i reparti, soppressi prima e durante la pandemia, riaprire gli ospedali, assumere personale, garantire assistenza e prevenzione sul territorio con risorse umane gestite direttamente, re-internalizzare servizi appaltati, diminuire drasticamente le liste d’attesa, ridando servizi di qualità che siano al servizio della cittadinanza e della salute pubblica. È facile in fondo: basterebbe avere la volontà di investire subito, almeno l’equivalente di quanto il governo Draghi ha deciso di concedere, nonostante la contrarietà popolare, per l’invio delle armi da guerra in Ucraina. Più ospedali pubblici, più posti letto, abolizione del numero chiuso nelle università, investimenti in prevenzione e cure territoriali, ripubblicizzazione Assistenza Domiciliare Integrata e delle cure riabilitative, alzare i salari con delle risorse aggiuntive regionali, e non esistono ricette alternative. Al presidente della Regione Marche Acquaroli e all’assessore alla sanità, chiediamo di rivedere le politiche regionali in merito ad assunzioni stabili, stabilizzazioni, proroga dei contratti dei precari del servizio sanitario regionale, almeno fino al 31 dicembre 2022. Alla luce di quanto sopra esposto, la scrivente Organizzazione Sindacale, preannuncia per il 21 giugno, un presidio davanti alla sede della Regione e chiede contestualmente un incontro per discutere, dell’immediato sblocco delle graduatorie dei concorsi, la proroga di tutti i precari fino al 31 dicembre 2022 per dare stabilità ai lavoratori e al servizio, la stabilizzazione del personale precario che ne abbia diritto ai sensi della normativa vigente, la cessazione e il ritiro degli affidamenti di servizi al privato e al privato sociale, un confronto rispetto alla proposta di riforma sulla sanità, la futura gestione delle strutture previste dal PNRR, e un’azione della Regione Marche tesa a permettere il reintegro del personale sospeso in ragione della mancata vaccinazione in quanto, esso stesso, indispensabile per permettere di affrontare l’emergenza corrente dovuta alla mancanza di persone. Per questo ultimo punto ricordiamo che l'USB non si è mai opposta a provvedimenti, motivati da effettivi e verificati rischi, tesi a garantire condizioni di sicurezza e salute, ma ha sempre sottolineato l’importanza del vaccino, quale strumento di contenimento della diffusione virale e dei suoi effetti sulla sintomatologia, ribadendo ancora una volta che la sicurezza sui luoghi di lavoro e per i pazienti, rimane per noi una priorità. Rileviamo però, in relazione all’epidemia da Covid, che la situazione attuale risulta ben diversa da quella che, poi, ha legittimato i provvedimenti di sospensione>>.

USB Marche

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