Aumenta la popolazione nelle località costiere, ma diminuisce nelle aree interne dove il tasso di mortalità è più elevato rispetto alle nascite
Redazione
ASCOLI PICENO
Dopo alcuni dati relativi al calo demografico nel territorio, Roberto Galanti ha deciso di approfondire la questione, raccogliendo e confrontando informazioni che delineano un quadro tutt’altro che rassicurante.
Il calo demografico in Italia, infatti, non è più un fenomeno passeggero, ma una tendenza strutturale che affonda le radici in motivi economici e sociali ormai consolidati: precarietà lavorativa, costo della vita elevato e difficoltà nel conciliare famiglia e lavoro. Tutti elementi che scoraggiano la natalità e accelerano l’invecchiamento della popolazione. Le conseguenze si fanno già sentire: un progressivo squilibrio tra popolazione attiva e pensionati, rischi per la sostenibilità del sistema previdenziale e un indebolimento della capacità produttiva del Paese.
<<La situazione locale - afferma Galanti - rispecchia quella nazionale, se non in forma più accentuata. I dati relativi alla provincia di Ascoli nel 2023 mostrano una leggera flessione della popolazione dovuta a due fattori principali: un saldo migratorio interno negativo (-0,8 per mille abitanti), e un saldo naturale anch’esso negativo, con più morti che nati. A mitigare, almeno in parte, la tendenza al declino, è il saldo migratorio estero positivo (+4,8 per mille), segno che l’immigrazione straniera contribuisce a mantenere in equilibrio la popolazione complessiva. Tuttavia, questo effetto compensativo non basta a invertire la rotta: la popolazione residente nella provincia è in calo, con una diminuzione più marcata nei Comuni interni, mentre le zone costiere, come San Benedetto del Tronto, mostrano segni di crescita. Un’analisi del periodo 2011/2023 rivela una tendenza consolidata: la maggior parte dei Comuni ha perso abitanti, con Ascoli città in calo dell’8,6%, mentre pochi centri costieri o vallivi registrano un aumento. La riduzione della natalità e il saldo naturale negativo contribuiscono all’invecchiamento della popolazione, mentre la mobilità interna svuota i piccoli centri montani della componente più giovane. Le previsioni Istat - aggiunge - aggravano ulteriormente il quadro. Entro il 2030, Ascoli potrebbe perdere circa 3.000 residenti, scendendo da 46.800 abitanti nel 2021 a circa 43.100. Nel 2043, la popolazione stimata è di 38.200 abitanti, con un forte squilibrio generazionale: gli over 65 raggiungeranno quota 15.000, mentre i bambini nella fascia 0-4 anni saranno poco più di 1.000. Anche la provincia nel complesso è destinata a diminuire, passando da 200.600 a circa 184.300 abitanti entro il 2043. Solo la costa sembra resistere o addirittura crescere leggermente, con Grottammare e Monteprandone tra i comuni più dinamici. Ho letto da qualche parte una situazione che mi ha davvero preoccupato, e spero possa essere smentita. Non si tratta questa volta di un tema legato all’autotrasporto, ma di un argomento che riguarda tutti noi: il calo demografico. Serve un ripensamento delle politiche demografiche e sociali, che favorisca la natalità, il sostegno alle famiglie, la stabilità lavorativa e il riequilibrio territoriale tra costa e aree interne. Una comunità che invecchia e si svuota - conclude - rischia di perdere non solo abitanti, ma anche la propria vitalità e prospettiva di futuro>>.
© Riproduzione riservata - L'Alba