L'intervista al capo dell'area educativa. Nel penitenziario di Marino del Tronto ci sono 91 reclusi su una capienza di 117 posti, in base alla sentenza Torreggiani della Corte europea per i diritti dell’uomo. Il personale della Polizia penitenziaria conta invece 131 unità
Redazione
ASCOLI PICENO
Nella casa circondariale ascolana di Marino del Tronto, le attività per la rieducazione dei detenuti vanno avanti, grazie alla sinergia fra amministrazione penitenziaria, enti, e associazioni di volontariato. Ogni soggetto ha il diritto di avere una seconda possibilità, e il carcere deve aiutare a migliorare le persone che stanno saldando il proprio debito con la giustizia, e non a peggiorarle. Anche la prevenzione a livello psicologico è fondamentale per evitare un rischio suicidario. A tal proposito abbiamo intervistato il capo dell’area educativa Cristina Sabatini, sempre in prima linea per il raggiungimento di questi obiettivi prefissati dallo Stato per il reintegro delle persone nella società con i sani principi della legalità.
Sabatini, come nasce il suo impegno all’interno della comunità carceraria?
<<Mi sono laureata in giurisprudenza nel 1999, e in psicologia nel 2016. Entro per la prima volta in questo penitenziario nel 2010 come funzionario giuridico pedagogico. Le mie origini sono della provincia di L’Aquila, ma quando sono arrivata ad Ascoli, mi sono innamorata di questa bellissima città>>.
Quali sono le sue mansioni principali?
<<Siamo la figura, dopo la Polizia penitenziaria, più vicina al detenuto, dal suo ingresso alla scarcerazione. All’arrivo del recluso, il medico di turno deve accertare se il soggetto ha patologie infettive o se necessita di determinate terapie farmacologiche. Noi facciamo un colloquio di primo ingresso, che è sempre molto delicato, perché il recluso, o arriva da un altro istituto, e questo rappresenta un cambiamento radicale per lui, oppure arriva direttamente dalla libertà, e dobbiamo a maggior ragione evitare un rischio suicidario. Purtroppo nel 2022, due giovani si sono suicidati, e questo rappresenta sempre un trauma, sia per la popolazione carceraria, che per tutto il personale interno. Per evitare questo, bisogna lavorare in gruppo con specialisti come psicologi, psichiatri e il Sert (Servizio per le tossicodipendenze ndr). Per quanto riguarda l’arrivo di detenuti stranieri che non parlano l’italiano, abbiamo un mediatore culturale in lingua araba e albanese (servizio finanziato dalla legge regionale 28/2008 ndr), mentre in caso di assenza momentanea del mediatore, ci si rivolge a un detenuto della stessa nazionalità del nuovo arrivato>>.
Quanti detenuti ci sono ad Ascoli e quali sono le sezioni?
<<Attualmente abbiamo 91 reclusi su una capienza di 117 posti, in base alla sentenza Torreggiani della Corte europea per i diritti dell’uomo, che prevede un numero di metri quadri in camera detentiva per ogni persona. Il personale della Polizia penitenziaria conta invece 131 unità. Per quanto riguarda le nostre sezioni, abbiamo la “giudiziaria” per i reati comuni, i semiliberi, l'Articolazione salute mentale, e i “protetti promiscui” che non possono entrare in contatto con la maggioranza della popolazione carceraria, o perché ex appartenenti alle forze dell’ordine, o per aver commesso reati familiari, sessuali o nei confronti di minori. Infine l’Alta sicurezza (AS3), reclusi per associazione a delinquere di stampo mafioso (416 bis), che si trovano in camera doppia, e possono avere, nelle modalità previste, colloqui settimanali con i parenti e parlare con l’avvocato>>.
Quali sono le attività che i detenuti possono svolgere all’interno della medesima struttura?
<<Hanno la possibilità di andare in biblioteca, in palestra, nella sala socialità con giochi da tavolo, ping pong e calciobalilla, e nel campo da calcetto, anche grazie all’importante progetto de “Il mio campo libero” realizzato insieme al Csi provinciale, che quest’anno ha visto l’organizzazione di un torneo di calcio a 6. Inoltre, partecipano anche ai corsi di scacchi, e giornalismo per la rivista “Vita picena”. Svolgono attività teatrale, gruppi sulla genitorialità e cineforum>>.
Hanno anche la possibilità di lavorare all’interno dell’istituto?
<<Si, ci sono cinquanta lavoranti al mese che si alternano di volta in volta, per cucinare per tutti i detenuti, curare la lavanderia e alcune pulizie in generale. I detenuti godono di dieci ore di apertura (ovvero non all’interno delle camere detentive ndr), previste dal trattamento intensificato>>.
Come ci si prepara in carcere per celebrare la Santa Pasqua?
<<Abbiamo iniziato con la Messa del Mercoledì delle Ceneri, e adesso ci si prepara alla Domenica delle Palme (24 marzo ndr), per poi arrivare al giorno di Pasqua (31 marzo ndr), con la Messa celebrata dal vescovo Palmieri per tutti i detenuti, e il coro durante la funzione religiosa con il supporto della Caritas, l’associazione Papa Giovanni XXIII, e la parrocchia di Palmiano “Amici di Gesù”>>.
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