L'associazione: "Segnali positivi dalle istituzioni per lottizzazioni e consorzi artigiani, ma occorre limitare il subappalto"
Redazione
ASCOLI PICENO
Sulla scia delle considerazioni espresse dall’associazione a livello nazionale, anche la CNA di Ascoli esprime una valutazione positiva sul parere delle commissioni ambiente e lavori pubblici di Camera e Senato in merito allo schema del decreto legislativo sugli appalti pubblici.
Dalle modifiche proposte dal Parlamento, infatti, si evince come i suggerimenti avanzati dall’associazione nel corso delle audizioni delle ultime settimane, già ampiamente evidenziati nell’annuale osservatorio burocrazia redatto dalla CNA nazionale con la collaborazione di tutte le associazioni territoriali del Paese, siano stati accolti dagli organi istituzionali, con particolare attenzione riservata alla suddivisione in lotti dei bandi, finora non prevista nell’82% dei casi esaminati dalla CNA, e alla costituzione di consorzi artigiani.
In particolare, in un’ottica di promozione delle forme aggregative, per la CNA picena il ripristino dell’assimilazione dei consorzi artigiani a quelli cooperativi risulta particolarmente significativo: così facendo, infatti, la capacità tecnico-finanziaria dei consorzi tra imprese potrebbe sussistere autonomamente, a prescindere dai singoli requisiti delle imprese consorziate. Sempre in tema consorzi, il parere espresso dal Parlamento chiarisce che l’affidamento dell’esecuzione delle prestazioni da parte di una o più consorziate non costituisce subappalto.
Inoltre, come suggerito dalla CNA, le due commissioni hanno richiesto una ridefinizione dell’articolo 58 sulla suddivisione in lotti, con l’obiettivo di rivedere il parametro degli obblighi di motivazione della mancata suddivisione in coerenza con i princìpi dello Small Business Act.
A questo proposito, per rendere l’obbligo di suddivisione ancora più stringente, il parere invita il governo a modificare la definizione di lotto quantitativo, troppo spesso tradotta nella pratica in modo vago, in favore di un adattamento del lotto alla reale capacità economico-finanziaria delle micro e piccole imprese, con la contestuale istituzione di ulteriori criteri premiali e di selezione degli operatori volti a tutelare le realtà imprenditoriali del territorio e garantire una maggiore apertura di un mercato da 199,4 miliardi di euro nel 2021, che a oggi vede le Pmi accedere solo al 17% degli appalti, pur costituendo il 96% delle aziende italiane.
«Si tratta indubbiamente di un traguardo molto importante per le piccole e medie imprese del Piceno e di tutta Italia - commenta Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli -. Troppo spesso le nostre eccellenze artigiane vengono escluse dal mercato degli appalti pubblici. In questo senso, nella certezza che misure come quelle accolte dal Parlamento possano ridurre il gap tra le piccole aziende locali e i grandi gruppi imprenditoriali, ci auguriamo che le modifiche proposte vengano introdotte nel testo definitivo del nuovo codice sui contratti pubblici per un reale cambiamento del mercato degli appalti, finalmente a misura di piccola impresa».
Dal punto di vista della CNA, tuttavia, resta da segnalare l’assenza della reintroduzione di limitazioni al subappalto, quantomeno nell’ambito del sotto-soglia, un passaggio indispensabile per garantire che le imprese aggiudicatrici abbiano effettivamente al loro interno le competenze necessarie per portare a termine i lavori.
«Le nostre imprese devono poter contare su un sistema di regole chiare, stabili e di facile applicazione - aggiunge Arianna Trillini, presidente della CNA -. Dopo aver subito ben 813 modifiche dal 2016 a oggi, il codice degli appalti deve tornare al più presto a rappresentare uno strumento di lavoro per gli imprenditori, mettendo una volta per tutte da parte gli ostacoli burocratici che quotidianamente impediscono alle piccole aziende di accedere agli appalti pubblici. Le indicazioni del governo rappresentano senza dubbio un segnale positivo, ma c’è bisogno di un ulteriore passo avanti sul fronte dei limiti da porre al subappalto».
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