Soppressione arbitraria del versamento di voci retributive relative al salario accessorio – indennità per servizio di pronta disponibilità (art 28 CCNL Sanità) - indennità per lavoro notturno (artt. 30 e 86 comma 12 CCNL Sanità) – indennità per lavoro straordinario (art. 31 comma 7 CCNL Sanità) – indennità di presenza (art. 86 CCNL Sanità) – indennità per lavoro festivo (art 86 comma 13 CCNL Sanità) formale diffida e messa in mora.









Redazione

ASCOLI PICENO
La scrivente Organizzazione Sindacale "Nursing Up" di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto (sindacato degli infermieri italiani), formula la presente al fine di diffidare e mettere formalmente in mora l’azienda sanitaria rispetto al versamento delle voci retributive accessorie indicate in oggetto, le quali sono state arbitrariamente soppresse al 50% nella busta paga del mese di gennaio e verranno del tutto eliminate nel cedolino paga del mese di febbraio, come emerso nel corso dell’incontro tra le Delegazioni Trattanti del Comparto dell'Area Vasta 5.

Nel dettaglio, nella busta paga di gennaio, l’azienda sanitaria ha ridotto gli importi dovuti a titolo di voci retributive accessorie, e segnatamente ha ridotto del 50% le somme dovute per indennità di servizio di pronta disponibilità (art. 28 CCNL Sanità) - indennità per lavoro notturno (artt. 30 e 86 comma 12 CCNL Sanità) – indennità per lavoro straordinario (art. 31 comma 7 CCNL Sanità) – indennità di presenza (art. 86 CCNL Sanità), indennità per lavoro festivo (art 86 comma 13 CCNL Sanità), elaborando nel cedolino paga, un numero di turni lavorati inferiore rispetto a quelli effettivamente svolti, proprio al fine di non versare le indennità in esame, e preannunciando già l’integrale soppressione di dette indennità nella busta paga di gennaio.

La scrivente Organizzazione Sindacale prende atto dell’ennesima ingiustificata, arbitraria ed illegittima compressione dei diritti salariali dei lavoratori, che si aggiunge ad una serie di illeciti contrattuali già commessi dall'azienda sanitaria, la quale a tutt’oggi non riconosce ai suoi dipendenti altri diritti sanciti dal contratto collettivo nazionale del lavoro, quali l’infrasettimanale festivo, la retribuzione del tempo di vestizione e svestizione, nonché il riconoscimento dei buoni pasto, costringendo la scrivente O.S. a procedere giudizialmente per il riconoscimento dei propri diritti.

A ciò si aggiunga che l’Asur - Area Vasta 5, rappresenta l’unica realtà nelle Marche a non aver versato alcunchè a titolo di premialità Covid al personale impegnato a diverso titolo nella gestione della pandemia, pur avendo attinto in modo improprio alle risorse riservate al salario accessorio di tutti i lavoratori, splafonando il fondo, per pagare le indennità di malattie infettive al personale impegnato nelle aree Covid.

Non può infine tacersi che le indennità economiche, che in questa occasione vengono addirittura soppresse, rappresentano ben poca cosa rispetto allo spirito di abnegazione dimostrato dal personale sanitario e infermieristico nella gestione di questa pandemia, considerati i carichi di lavoro raddoppiati, le riduzioni organiche, i contagi elevatissimi subiti dal personale operante nella struttura pubblica, i turni di servizio determinati dalle esigenze aziendali in diverse Unità Operative, e chiusure di degenze ordinarie con relativi accorpamenti per la gestione dei pazienti con diverse patologie.

Alla luce di tutto quanto esposto, questa Organizzazione Sindacale intima e diffida espressamente l’azienda sanitaria a non effettuare l’annunciato decurtamento della busta paga di gennaio, in quanto le voci retributive che verrebbero soppresse rappresentano non solo diritti acquisiti, ma anche diritti espressamente sanciti dal CCNL di settore, e invitando pertanto l’azienda stessa al versamento di quanto dovuto.

In difetto, la scrivente Organizzazione Sindacale si vedrà costretta a procedere nelle più opportune sedi per il riconoscimento dei diritti di tutti i suoi iscritti.

Distinti Saluti
 

Il Dirigente Territoriale di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto

Roberto Tassi






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