In assenza di una proroga alle scadenze di fine 2023, gli imprenditori della Riviera si vedranno con tutta probabilità costretti a dire addio al progetto imprenditoriale coltivato in tanti anni di passione, dedizione e sacrifici



Redazione

ASCOLI PICENO
L’ennesima fumata nera sul fronte Bolkestein rischia di compromettere definitivamente le prospettive imprenditoriali di centinaia di aziende turistiche del Piceno e non solo.

L’ultima sentenza della Corte europea di giustizia, infatti, ribadisce l’impossibilità di rinnovare automaticamente i contratti di concessione in scadenza a dicembre 2023, lasciando inevitabilmente campo libero a gare d’appalto che, pur basandosi su dichiarati princìpi di trasparenza e imparzialità, metteranno in atto una competizione tutt’altro che alla pari tra grandi gruppi internazionali ed eccellenze imprenditoriali locali.

Oltre a penalizzare ben 30.000 micro e piccole imprese a conduzione familiare attive da decenni sulle coste italiane, la Cna di Ascoli sottolinea ancora una volta come questa decisione porterà con sé gravi conseguenze anche sul piano della competitività dell’offerta turistica nazionale e del Piceno.

In assenza di una proroga alle scadenze di fine 2023, gli imprenditori della Riviera si vedranno con tutta probabilità costretti a dire addio al progetto imprenditoriale coltivato in tanti anni di passione, dedizione e sacrifici. Una notizia che, alle porte della bella stagione, di certo non giova al comparto turistico del Piceno, che in un clima di assoluta incertezza dovrà fare i conti con un’ampiamente pronosticabile mancanza di investimenti sulle concessioni e pesanti ripercussioni sulle imprese della ristorazione, della ricettività, del commercio e della nautica, senza dimenticare circoli nautici, associazioni sportive e del volontariato.

In un momento storico in cui fare rete risulta fondamentale per alzare ulteriormente l’asticella della ricettività del Piceno, l’applicazione della normativa Bolkestein segnerà una pericolosa e del tutto evitabile battuta d’arresto nel processo di crescita turistica del territorio.

In questo senso, la Cna picena ritiene indispensabile limitare l’impatto sociale ed economico della Bolkestein sulle piccole imprese turistiche e ricreative interessate dal provvedimento attraverso una puntuale mappatura del demanio marittimo, da porre al centro della riforma che il Parlamento si appresta a licenziare nell’ambito della legge per il mercato e la concorrenza.

L’associazione sottolinea inoltre l’esigenza di individuare al più presto dei criteri equi e opportuni per premiare l’esperienza imprenditoriale accumulata dalle piccole realtà locali nell’ambito dei nuovi bandi di gara, che altrimenti garantirebbero a investitori estranei al tessuto economico e sociale locale, la concreta possibilità di sfruttare il patrimonio naturale del nostro Paese esclusivamente per i propri interessi, mettendo in secondo piano quelli della collettività.

«L’economia balneare italiana rappresenta un modello che funziona, che negli anni ha fatto scuola anche all’estero e che ora viene incautamente rimesso in discussione dall’avvento della Bolkestein - dice Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli -. La scadenza delle concessioni porterà con sé un autentico stravolgimento che finirà per coinvolgere l’intera filiera dell’accoglienza turistica. Con 30.000 piccole e medie imprese sull’orlo del baratro, come associazione di categoria chiediamo alle istituzioni di mettere a punto al più presto una riforma demaniale complessiva, che possa garantire continuità di investimento alle aziende e all’intera area costiera».

«Non possiamo permettere che intere famiglie del territorio, da sempre punto di forza dell’imprenditoria locale e ora comprensibilmente preoccupate da ciò che potrà accadere da qui ai prossimi mesi, paghino a così caro prezzo questa incertezza normativa - avverte Giulio Piergallini, presidente Cna nautica Ascoli -. Ad ogni modo, prima di procedere con le gare d’appalto, sarà necessario definire nel dettaglio gli indennizzi per gli investimenti portati a termine dalle aziende, per non vanificare l’importante lavoro di avviamento imprenditoriale svolto in decenni di attività».

«Imprese e lavoratori della filiera turistica rappresentano delle autentiche eccellenze dell’accoglienza Made in Italy, che le istituzioni hanno il compito di tutelare e salvaguardare - aggiunge Irene Cicchiello, responsabile Cna nautica Ascoli -. In questo senso, siamo certi che una mappatura puntuale del litorale italiano contribuirebbe a evidenziare la bontà del lavoro svolto dalle piccole e medie imprese del Piceno e non solo, che in questo modo potrebbero tornare a programmare la stagione estiva con maggiore tranquillità, per il bene del territorio».

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