Sono quasi 50.000 le imprese della filiera delle costruzioni che in tutta Italia stanno pagando a caro prezzo il blocco imposto alla cessione dei crediti legati ai bonus edilizi



Redazione

ASCOLI PICENO
Si tratta di una problematica denunciata in più di un’occasione dalla CNA di Ascoli, che di fronte agli aumenti incontrollati che si susseguono ormai da mesi e al caro energia che sta costringendo famiglie e imprese a gravosi sacrifici per far fronte alle salatissime bollette degli ultimi tempi, richiama ancora una volta l’attenzione delle istituzioni sulle criticità che ad oggi minano l’efficacia dei bonus.

Quello che emerge dall’indagine condotta dalla CNA su un campione rappresentativo delle aziende del settore edile, degli impianti e dei serramenti è un quadro a dir poco allarmante, in netto peggioramento rispetto alle rilevazioni dello scorso maggio. Ad oggi, infatti, ammontano a oltre 5 miliardi di euro i crediti bloccati nei cassetti fiscali delle imprese che hanno già riconosciuto lo sconto in fattura senza però essere riuscite a monetizzare, con il 54,5% degli addetti ai lavori che, suo malgrado, vanta crediti superiori a 100.000 euro e con ben poche prospettive di recupero.

In questo senso, il clima di incertezza generale alimentato dalle continue modifiche normative sul tema di certo non agevola istituti di credito ed enti preposti nell’acquisto del credito. A livello nazionale, peraltro, più della metà delle aziende del settore si è vista recapitare offerte da parte di soggetti estranei al circuito degli intermediari, ma solo l’8% degli imprenditori ha potuto contare su procedure in linea con le attese, mentre il 42% testimonia condizioni di cessione vincolanti ed estremamente penalizzanti, proposte da realtà finanziarie desiderose di speculare su un settore in piena difficoltà.

Con imposte, fornitori e manodopera da pagare, il tessuto imprenditoriale del Piceno sta facendo i conti con una crisi senza precedenti, con conseguenze che finiranno inevitabilmente per impattare in negativo anche sul fronte ricostruzione.

Dopo aver vissuto sulla propria pelle il dramma del terremoto, da ormai troppi anni Ascoli, i comuni del Piceno e soprattutto i cittadini attendono di veder rinascere i borghi e le nostre aree interne dalle macerie del sisma. In un momento storico in cui le opportunità offerte dalle risorse del Pnrr, del Fondo complementare e dei finanziamenti dedicati alla ricostruzione, il territorio non può permettersi il rischio che le criticità del Superbonus portino al blocco e alla chiusura di nuovi cantieri, stroncando sul nascere un percorso condiviso di fioritura edilizia e sociale.

«Le nostre imprese sono ormai allo stremo - dice Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli Piceno -. Siamo sempre più vicini a un punto di non ritorno: di questo passo, il blocco alla cessione dei crediti metterà in ginocchio un’intera filiera, paralizzando non solo il mercato dei bonus edilizi, ma l’economia di un territorio le cui sorti sono legate a doppio filo a quelle dei cantieri e della ricostruzione».

Per questa ragione, la CNA di Ascoli rinnova l’invito al governo a individuare e proporre un intervento straordinario che consenta a decine di migliaia di imprese di svuotare il proprio cassetto fiscale.

I dati che emergono dall’indagine, infatti, confermano che il meccanismo dello sconto in fattura necessita di un adeguato sistema per lo smobilizzo dei crediti fiscali, altrimenti gli oneri per le imprese rischiano di essere superiori ai benefici degli incentivi per la riqualificazione degli edifici e per il contributo al Pil.

«C’è poco tempo a disposizione per intervenire con una misura realmente risolutiva ed evitare che la situazione precipiti - aggiunge Arianna Trillini, presidente della CNA di Ascoli -. Le proroghe recentemente disposte dal governo rappresentano senz’altro una buona notizia per le aziende, ma devono essere accompagnate da soluzioni concrete che possano restituire fiducia e liquidità agli imprenditori, costretti in questi ultimi tempi a riflettere sul destino dei propri progetti aziendali».

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