Alla vigilia delle festività natalizie, il Piceno è ancora costretto a fare i conti con una serie di criticità che rischiano di compromettere le prospettive di ripresa di tutto il territorio



Redazione

ASCOLI PICENO
Oltre al caro energia e agli aumenti generalizzati e ormai incontrollati che da mesi gravano sulle tasche di famiglie e imprese, uno dei temi più caldi del dibattito politico locale e nazionale è senza dubbio rappresentato dal destino del Superbonus, misura che abbinando le esigenze di riqualificazione edilizia e di nuove opportunità per la filiera delle costruzioni rappresenta un tassello fondamentale per la ripresa del tessuto economico locale, la cui efficacia risulta tuttavia fortemente compromessa dall’ennesimo blocco alla cessione dei crediti e dalle innumerevoli incombenze burocratiche.

In questo senso, con ben 7.699 pratiche presentate al 31 ottobre a livello regionale e 828 cantieri attivi sul territorio provinciale, la CNA di Ascoli Piceno accoglie con favore le indicazioni fornite dalla maggioranza parlamentare sul tema dei bonus edilizi nell’ambito della conversione del decreto Aiuti quater. In particolare, la proroga al 31 dicembre dei termini per la presentazione della Cilas, fortemente caldeggiata dall’associazione, consentirà a condomini e imprese di portare avanti interventi già programmati e avviati, ad oggi fortemente penalizzati dall’assenza di un periodo transitorio.

Al tempo stesso, la CNA di Ascoli esprime un parere positivo sull’attenzione riservata da parte del governo alle piccole imprese nell’ambito della manovra 2023, pur ribadendo l’esigenza di sbloccare al più presto la cessione del credito, di rimuovere contestualmente il limite del reddito fissato a 15.000 euro per accedere all’incentivo al 90% e di individuare misure strutturali in grado di aiutare concretamente famiglie e imprese a superare le criticità che al giorno d’oggi caratterizzano temi cardine come quelli dell’energia, del fisco, del lavoro e della previdenza.

Per sviluppare il potenziale di crescita del Paese occorrono interventi volti ad accelerare i ritmi di spesa delle risorse del Pnrr e allentare una volta per tutte la morsa della burocrazia, investendo su infrastrutture digitali e materiali e servizi pubblici senza per questo rinunciare a fornire un adeguato sostegno agli investimenti privati.

Per la CNA ascolana misure fiscali come l’estensione del regime forfetario a 85.000 euro, la flat tax incrementale, la riduzione dell’imposizione sui premi di produttività, il rinvio della plastic e sugar tax non sono sufficienti per risolvere le criticità sulla tassazione delle piccole imprese e sul tema del contenzioso. Oltretutto, la CNA Picena valuta negativamente la riduzione del cuneo fiscale, rilevando un’attenzione esclusiva riservata ai lavoratori dipendenti in ambito pensionistico, a scapito degli autonomi.

«Per superare le criticità che nel Piceno gravano sulla quotidianità di migliaia di famiglie e imprese occorrono contromisure strutturali e di ampio respiro - dice Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli -. Come associazione apprezziamo l’attenzione riservata alle piccole imprese, cuore pulsante del nostro territorio, ma non possiamo non notare come le proposte avanzate dal governo per arginare la crisi risultino inevitabilmente parziali rispetto alla gravità del momento storico, con obiettivi anche ambiziosi e una serie di micro-provvedimenti che tuttavia necessitano di un’adeguata copertura finanziaria».

«Nonostante alcuni aspetti indubbiamente positivi, allo stato attuale i provvedimenti varati dal governo non risultano all’altezza della gravità di una fase delicata come quella che stiamo vivendo - aggiunge Arianna Trillini, presidente della CNA di Ascoli -. Ancora una volta ribadiamo la necessità di intervenire con forza sul piano dell’autoproduzione energetica, una soluzione sostenibile e lungimirante che consentirebbe di sfruttare al meglio lo straordinario potenziale immobiliare delle nostre imprese, fornendo energia pulita ed eliminando alla radice il problema dei costi energetici. Chiediamo, inoltre, un indirizzo chiaro e stabile in materia di politica industriale, fiscale e previdenziale, di supporto all’export e di potenziamento del Made in Italy, aspetti indispensabili per poter garantire un futuro al nostro tessuto imprenditoriale».

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