Durante la conferenza stampa di ieri, 6 luglio, la rappresentanza sindacale ha espresso tutto la sua disapprovazione per le scelte fatte finora sulla sanità regionale
Redazione
ASCOLI PICENO
I sindacati dell’Area Vasta 5 di Ascoli Piceno (CGIL, CISL, UIL, NURSIND, USB, NURSING UP, UGL, e FIALS), hanno esposto nella conferenza stampa di ieri, 6 luglio, le gravissime problematiche che avvolgono la sanità picena, il personale dipendente, e le enormi difficoltà nel gestire i degenti Covid e no Covid, all’interno dei reparti e al pronto soccorso.
<<Il mancato riequilibrio dei fondi contrattuali - tuonano in coro - da parte della Regione Marche e dell’Asur, nonostante che la legge regionale n. 8 del 21 marzo 2017, avesse disposto tale obbligo, il territorio Piceno è stato emarginato con il conseguente depauperamento del Servizio Sanitario, tra l’altro a favore della sanità privata presente nella nostra provincia per il 50% dell’intero insediamento regionale a dimostrazione dell’inadeguatezza della struttura pubblica. Il mancato riequilibrio delle risorse finanziarie - aggiungono - entro il corrente anno, in dispregio alle leggi emanate dalla stessa Regione, comporterà, a seguito della modifica dell’assetto organizzativo del Servizio Sanitario Regionale prevista per l’1 gennaio 2023, l’impossibilità assoluta di poter recuperare le attuali macroscopiche disparità di trattamento perpetrate in danno alla popolazione, nonché l’inapplicabilità del contratto nazionale di lavoro, per il triennio 2019/2021 e seguenti, dei dipendenti dell’Area Vasta 5. Per tutti questi motivi - concludono - scenderemo in piazza, martedì 12 luglio, davanti alla sede del consiglio regionale delle Marche in Ancona, per richiamare l’attenzione delle istituzioni, chiedendo di risolvere questa situazione che rischia di degenerare>>.
© Riproduzione riservata - L'Alba