La CNA Picena: «Necessario un riordino del sistema per sfruttare una grande opportunità di riqualificazione e ripresa»
Redazione
ASCOLI PICENO
Le continue modifiche legislative applicate al campo dei bonus edilizi rischiano di stringere in una preoccupante morsa burocratica una preziosa opportunità per imprese e cittadini, con lo spettro del blocco dei cantieri a incombere sempre più minacciosamente anche nel Piceno a seguito delle ultime novità introdotte dalle istituzioni.
I circa trenta aggiornamenti normativi varati dal Governo nel giro di meno di due anni evidenziano incontrovertibilmente le difficoltà di artigiani, piccoli imprenditori e famiglie alle prese con ripetuti passi indietro, cambi di rotta e inasprimenti burocratici, in un clima di confusione e inevitabile disorientamento che di certo non giova alla riqualificazione del patrimonio edilizio locale né tantomeno alla ripresa del tessuto economico e imprenditoriale del Piceno.
In un quadro di per sé tutt’altro che confortante, le limitazioni imposte all’accesso e alla cessione del credito e l’obbligo di attestazione Soa previsto a partire dall’1 gennaio 2023 per le imprese esecutrici dei lavori ammessi a usufruire dei bonus edilizi di importo superiore a 516.000 euro rappresentano solo le ultime complessità che anziché incentivare il rispetto delle norme, contrastare le frodi e tutelare gli addetti ai lavori che rispettano le regole non fanno altro che ridimensionare la portata di un incentivo di vitale importanza per le sorti, edilizie e non, del nostro territorio.
Assistiamo da mesi a un crollo progressivo in termini di stabilità e certezze che allo stato attuale condiziona fortemente la quotidianità di aziende e committenti chiamati a confrontarsi con gli ecobonus. A questo proposito, la CNA Picena invoca un riordino equilibrato e funzionale dell’intero sistema legato ai bonus edilizi, strumenti di valorizzazione delle eccellenze locali che nel 2021 hanno contribuito per oltre un terzo alla crescita del Pil, ma che troppo spesso finiscono vittima di condizionamenti burocratici ed equivoci che rischiano di limitarne l’efficacia.
Come dimostrato dalle rilevazione di Istat ed Eurostat, infatti, il Superbonus 110% e gli altri incentivi di minore entità non innescano spirali inflazionistiche e non influiscono sulle attuali
difficoltà di reperimento delle materie prime, con un impatto del tutto irrilevante sulla problematica legata al vertiginoso e incontrollato aumento dei prezzi andato in scena negli ultimi mesi.
Se nel quarto trimestre del 2021 l’indice dei prezzi delle costruzioni ha mostrato una crescita del 20% sui dodici mesi nei 27 Paesi membri dell’Unione europea, il dato italiano si colloca agli ultimi posti della graduatoria con un aumento del 9,7%, superiore solo al +4,2% registrato in Grecia, differenziandosi di decine di punti percentuali da altre nazioni europee in cui non sono stati applicati incentivi di questo genere: è il caso, ad esempio, della Germania e del suo +24,1%, così come dell’19% in più della Spagna, senza considerare i picchi del +43% e +74% di Repubblica Ceca e Ungheria.
Discorso simile per quanto riguarda l’approvvigionamento dei materiali, con un aumento generale della domanda globale che ormai da un anno a questa parte ha messo in crisi diversi settori in termini di puntualità e costanza delle forniture. Emblematico, in questo senso, il caso della Francia, dove con un mercato delle costruzioni in fase di ristagno la percentuale di imprese delle costruzioni che lamentano riduzioni dell’attività a causa dei materiali è schizzata dal 4 al 39% in appena dieci mesi, pur in assenza di agevolazioni edilizie paragonabili agli ecobonus nazionali.
«Come associazione esprimiamo la nostra preoccupazione per gli innumerevoli adempimenti e cavilli burocratici con cui imprese e cittadini sono quotidianamente costretti a fare i conti - dichiara Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli -. Anziché sostenere gli addetti ai lavori e i loro investimenti per la riqualificazione del nostro territorio, questi continui stravolgimenti normativi si ripercuotono negativamente sulla stabilità e sui bilanci dell’imprenditoria picena, impedendo di fatto una programmazione a medio e lungo termine, come dimostrato anche dalle migliaia di pratiche ancora in attesa di ottenere il via libera in tutta la Provincia.
Siamo in attesa di novità concrete da parte del Governo e degli istituti di credito per sbloccare una situazione di stallo che rischia di paralizzare un settore, quello delle costruzioni, che da solo vale il 50% complessivo del Pnrr, e dare ossigeno al Piceno anche in ottica ricostruzione».
«Apportare delle modifiche alle normative legate ai bonus non è di per sé un errore - afferma Arianna Trillini, presidente della CNA Picena - ma è indispensabile che i cambiamenti agiscano in maniera mirata sul rapporto tra costi e benefici, negli interessi di imprese, privati e più in generale di tutto il territorio. Purtroppo l’attuale scenario porta gli imprenditori a vivere con affanno una fase in cui i cambiamenti normativi sono ormai all’ordine del giorno, con il rischio di vanificare le straordinarie opportunità rappresentate dai bonus edilizi».
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