Palloncini e magliette arancioni che hanno ricordato il giovane ciclista pratese. Anche il comune della città è pronto ad intitolargli un impianto sportivo o una pista ciclabile
di Simone Corradetti
PRATO
Nella giornata di ieri, 10 aprile, un fiume di 2.000 partecipanti è partito dal Castello dell'Imperatore per la 32esima "Prato Half Marathon". Una giornata ideale con tanta passione e coinvolgimento, grazie al lavoro degli organizzatori e degli appassionati che hanno deciso di correre, anche per ricordare una vita straordinaria come quella del giovane ciclista Giovanni Iannelli, considerato che la Stracittadina era a lui dedicata. Infatti il vescovo di Prato Giovanni Nerbini, insieme al sindaco Matteo Biffoni, hanno dato il via alla festa, dopo che le sorelle Margherita e Vittoria insieme ai tanti amici presenti, hanno lanciato dei palloncini arancioni in ricordo del fratello scomparso. Il trofeo 'Coni Memorial Stefano Balestri' è andato alla famiglia per la dedizione dimostrata e il gran ricordo di Giovanni che tutti portano nel cuore. Tra l'altro nell'ultima seduta del consiglio comunale pratese, è stata approvata all'unanimità la proposta di delibera per intitolare un impianto sportivo o una pista ciclabile al giovane concittadino.
Iannelli, il 5 ottobre 2019, stava partecipando alla gara ciclistica di Molino dei Torti in provincia di Alessandria, e nella volata finale a ranghi compatti nella centrale via Roma, si verificò un contatto tra i corridori e il giovane perse il controllo della sua bicicletta da corsa, battendo la testa su uno dei pilastri sporgenti di una civile abitazione a 144 metri dal traguardo, che era stato previsto davanti al municipio cittadino. Una strada in leggera discesa con una serpentina ad "S" che non aveva alcun marciapiede, e sprovvista di transenne o altre barriere di protezione sul luogo esatto dell'incidente mortale. Giovanni venne immediatamente trasportato in eliambulanza nel nosocomio del capoluogo di provincia, e operato d'urgenza, morirà due giorni dopo (7 ottobre) a causa delle gravi lesioni e traumi riportati. Il papà del ciclista, l'avvocato Carlo Iannelli, non si è mai tirato indietro nel chiedere verità e giustizia, auspicando la riapertura delle indagini, la perizia dell'unico video amatoriale che è stato sempre pubblicato, un giusto processo per accertare eventuali responsabilità, e la garanzia a livello sportivo che non accada mai più quello che purtroppo è accaduto all'amato e compianto figlio. Un ragazzo di 22 anni che tutti guardavano con ammirazione e stima per il suo modo di relazionarsi con gli altri, e non doveva assolutamente morire in quella tragica circostanza.
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