L'inaugurazione è fissata per domani, giovedì 11 maggio (ore 17.30)



Redazione

FERMO
Conto alla rovescia per l’inaugurazione della prima delle tre sezioni, dedicata al collezionismo antiquario e alla nascita del museo pubblico, che è in programma domani, giovedì 11 maggio (ore 17.30).
 
Ubicato nell'ex convento dei Domenicani, ristrutturato grazie alla Regione Marche con fondi Por Fesr e Comune, in collaborazione con la Sovrintendenza (Sabap Marche) per le province di Ascoli, Fermo e Macerata, il museo, collegato con le sottostanti cisterne romane, trae origine dal collezionismo e dalla passione per l’archeologia dei fratelli Gaetano e Raffaele De Minicis.
 
Soddisfazione viene espressa dal sindaco Paolo Calcinaro: <<L’archeologia in una città come Fermo dai passaggi romani, pre romani e villanoviani, è un patrimonio da far conoscere e far uscire dai depositi regionali, un primo passo dovuto per la città, che si accompagnerà al museo di Torre di Palme, con attualmente una sua indipendenza con i suoi ritrovamenti e che stiamo per ampliare. Un primo passo di un lavoro più grande verso il museo archeologico nell’ex convento dei Domenicani, che con questa prima sezione contribuirà ad arricchire l’offerta culturale della città>>.
 
Nati nella vicina Falerone, i due fratelli De Minicis, nella comune dimora dove esercitarono nella prima metà del XIX secolo l’attività forense, raccolsero una ricchissima collezione di oggetti antichi, frutto di scavi e acquisti, di natura principalmente archeologica ed epigrafica e provenienti dal Fermano. Nel museo è proposta una ricostruzione degli ambienti di casa De Minicis, aperta al pubblico, dove iscrizioni e sculture antiche si affiancavano a dipinti. Per alterne vicissitudini la collezione e molti reperti confluirono in ambito privato e in musei (Louvre), ma una parte consistente, fortunatamente acquistata dal Comune, costituì, in sostanza, il primo nucleo del museo archeologico di Fermo, cui si aggiunsero, nel 1888, alcuni importanti reperti della collezione privata dell’architetto Carducci, altro importante intellettuale fermano che vendette parte della propria collezione libraria, artistica e archeologica per finanziare l’Opera Carducci, la fondazione volta a incoraggiare la pratica delle scienze e della belle arti. La sezione del collezionismo che verrà inaugurata è stata curata da Francesca Giagni (funzionario del servizio musei del Comune), che ha studiato la formazione della collezione archeologica.
 
<<Questa prima sezione che viene inaugurata è una tappa del percorso che abbiamo intrapreso come amministrazione comunale - ha aggiunto l’assessore alla cultura Micol Lanzidei -. Si tratta di uno spazio che con questa prima “perla” ci avvicina allo “scrigno” che rappresenterà il museo archeologico nell’ex convento dei Domenicani. Uno spazio espositivo che fa parte del disegno razionale con cui abbiamo voluto proporre nel percorso museale cittadino tanti luoghi vicini e visitabili. La proposta culturale della città si allarga e si qualifica sempre più>>.
 
<<Un lavoro strutturale sull’intero complesso diviso per stralci, con fondi Por Fesr 2014/2020, della Regione Marche e del Comune - ha concluso l’assessore ai lavori pubblici Ingrid Luciani -. Interventi su impianti, finiture, illuminazione, restauri, e abbattimento delle barriere architettoniche. Azioni che si sono poste come obiettivo quello di ridare alla città una parte importante della storia di Fermo. Un lavoro sinergico che ha visto insieme l'ufficio tecnico, l'ufficio politiche comunitarie e l’assessorato alla cultura>>.
 
Info: (www.fermomusei.it).

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