La Cna di Ascoli: «Necessari strumenti a misura di piccola impresa»



Redazione

ASCOLI PICENO
Con la bella stagione che si appresta a entrare nel vivo, le piccole e medie imprese del Piceno si vedono ancora costrette a fare i conti con le annose problematiche che da ormai troppo tempo compromettono la competitività e le prospettive future delle piccole realtà locali.

A cominciare dal Superbonus, per la Cna di Ascoli la promessa di una tempestiva soluzione in grado di sbloccare i crediti incagliati e restituire liquidità alle aziende ad oggi appare tutt’altro che mantenuta. Il comparto costruzioni, che con fiducia aveva accolto la sfida della riqualificazione edilizia, deve ora convivere con oltre 30 miliardi di euro bloccati nei cassetti fiscali di tutta Italia, numeri preoccupanti che se proiettati su scala regionale, più di un miliardo di euro di crediti incagliati, con oltre 2.000 imprese coinvolte, e 3.000 cantieri bloccati, e provinciale, più di 1.000 pratiche avviate nel 2022 ad Ascoli tra Superbonus e ricostruzione, fotografano al meglio un panorama economico a dir poco allarmante per le piccole imprese del settore edilizio e non solo.

In questo senso, le oltre 20 modifiche normative proposte nel giro di pochi mesi non hanno certo contribuito a scongiurare il rischio fallimento per oltre 25.000 imprese italiane, generando un clima di instabilità che ha finito inevitabilmente per penalizzare un settore chiave per l’economia del Paese, in grado fin qui di creare nuovi posti di lavoro e trainare un’indispensabile rivoluzione energetica.

Tra le criticità che ad oggi affliggono il mondo delle imprese, inoltre, la burocrazia continua a ricoprire un ruolo di assoluto rilievo. Un tema quanto mai attuale e che riguarda da vicino il mercato degli appalti pubblici, ad oggi tutt’altro che inclusivo nei confronti delle piccole attività nelle sempre più complesse procedure di gara.

I quasi 7.000 bandi analizzati da Cna in occasione della redazione del consueto Osservatorio burocrazia riflettono infatti la sostanziale esclusione delle piccole e medie imprese da appalti pubblici che, non prevedendo nell’82% dei casi la suddivisione in lotti, superano importi da cinque milioni di euro per oltre i due terzi del totale. Un quadro paradossale ed estremamente preoccupante per le micro e piccole imprese italiane, che pur costituendo oltre il 96% delle aziende del Paese possono dunque accedere solo al 17% del mercato degli appalti pubblici, aggiudicandosi a fatica circa il 5% del valore complessivo del mercato.

Una situazione non troppo distante da quella osservata per le graduatorie di NextAppennino, il programma per il rilancio dell'economia nelle regioni colpite dal terremoto finanziato dal Fondo complementare al Pnrr che, anche grazie alla campagna informativa messa puntualmente in campo dalla Cna di Ascoli, ha ottenuto un eccellente riscontro in termini di adesioni. In questo caso, nonostante l’erogazione di una prima tranche di finanziamenti, i fondi stanziati non risultano ad oggi sufficienti a garantire la realizzazione dell’intera progettualità espressa dalle imprese del Piceno, che necessitano al più presto di nuove risorse per procedere allo scorrimento delle graduatorie.


«Il tessuto imprenditoriale del Piceno ha bisogno di nuovi strumenti a misura di piccola impresa - affermano Arianna Trillini e Francesco Balloni, rispettivamente presidente e direttore della Cna picena -. Nonostante le avversità del momento, le piccole realtà rappresentano ancora oggi il cuore pulsante della nostra economia. Come associazione siamo al fianco delle istituzioni per individuare le soluzioni necessarie in relazione alle esigenze espresse dal territorio, con l’obiettivo di restituire liquidità, ma soprattutto fiducia e competitività sul mercato agli imprenditori del territorio».

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