Galanti: "La reintegrazione della Transnistria nella Moldova creerebbe un clima di sicurezza ottimale, così necessario nella zona del Mar Nero"
di Simone Corradetti
ASCOLI PICENO
<<Prima dell’inizio della guerra in Ucraina - afferma il console onorario della Moldova (circoscrizione Marche - Abruzzo) Roberto Galanti, la Transnistria (qualcuno l’ha definita un fantasma dell’Est) era poco conosciuta e visibile ai più. Oggi in molti chiedono di cosa si tratta e quali ipotesi, scenari e prospettive all’orizzonte. Prendo allora, come punto di partenza, uno studio per condividerlo con uno scambio di opinioni con l’esperto di geopolitica, il professor Antoniu Martin. Una recente analisi pubblicata sotto gli auspici dell'Istituto analisi relazioni internazionali (Iari), Italia, a firma della ricercatrice Ida Deregibus, richiama l’attenzione su tre potenziali scenari per l'evoluzione della regione della Transnistria. Dal conflitto del 1992, la Transnistria ha continuato a funzionare come un’entità autonoma di fatto, dotata di proprie istituzioni, governo e forze di sicurezza, ma senza alcun riconoscimento internazionale ufficiale. La Russia mantiene una presenza militare nella regione e fornisce sostegno economico e politico, contribuendo a preservare questo status quo. Il conflitto in Ucraina ha accentuato l’importanza strategica della Transnistria, che rappresenta un potenziale punto di pressione per la Russia nei rapporti con la Repubblica Moldova e l’Occidente. Gli analisti hanno identificato tre scenari in cui la Transnistria potrebbe evolversi. Lo scenario ottimistico (ipotesi chiave), la Repubblica di Moldova e la Transnistria raggiungono un processo di riconciliazione, mediato da attori internazionali come l'Unione europea e l'Osce. Premesse: si raggiunge un compromesso per un'autonomia speciale all'interno dello Stato unitario della Repubblica di Moldova, con garanzie per la popolazione russofona. La Russia accetta l'accordo in cambio della garanzia di neutralità della Moldova e della tutela dei suoi interessi nella regione. L’economia della Transnistria - aggiunge - è integrata in quella della Moldova, contribuendo alla crescita economica e riducendo le tensioni. Le forze militari russe si stanno gradualmente ritirando a causa della stabilità politica. La Transnistria beneficerà degli investimenti economici e infrastrutturali dell’Unione europea, che garantiranno un miglioramento delle condizioni di vita. Il dialogo tra la comunità russofona e la maggioranza dei cittadini sarà rilanciato attraverso iniziative e politiche culturali e di inclusione. Riteniamo che questa prospettiva consentirebbe alla Moldova, senza conflitti congelati sul suo territorio, di integrarsi nell’Unione europea in un periodo di tempo prevedibile, così come la cristallizzazione di una società civile forte, dove il dialogo e la tolleranza possano funzionare. Riteniamo che nel contesto attuale, al di là dell’Ue e dell’Osce, un importante mediatore potrebbero essere gli Stati Uniti. La reintegrazione della Transnistria nella Repubblica di Moldova creerebbe un clima di sicurezza ottimale, così necessario nella zona del Mar Nero. Lo scenario intermedio: la Transnistria continua a mantenere la sua autonomia di fatto, ma senza alcun riconoscimento ufficiale. I rapporti tra la Moldova e la Transnistria restano relativamente tranquilli, senza conflitti aperti, con un fragile equilibrio garantito dalla presenza russa. La Moldova sta avanzando nel suo percorso di integrazione europea, con politiche volte a fermare l’influenza della Transnistria. Ci saranno periodiche tensioni politiche ed economiche, che impediranno una soluzione definitiva del conflitto. La Russia mantiene un sostegno economico e militare limitato alla Transnistria, evitando così un’escalation. Conseguenze: l’economia della Transnistria dipende sempre più dal sostegno russo, ma è afflitta dall’isolamento e dalle ridotte opportunità di commercio estero. Possibili situazioni di tensione lungo il confine tra la Moldova e la Transnistria, con sporadici conflitti diplomatici ed economici. La persistenza del conflitto congelato impedirà alla Repubblica di Moldova di seguire il suo percorso di integrazione europea e di cristallizzare una società e un’economia veramente stabili e sostenibili. Riteniamo inoltre che il clima di sicurezza nella regione del Mar Nero e nell’Europa orientale ne risentirebbe indefinitamente. Lo scenario pessimistico: si sta riaccendendo un conflitto militare, a seguito di un intervento dell’esercito russo nel contesto della guerra in Ucraina, o di una mossa strategica della Moldova per riprendere il controllo della regione, con la Transnistria che diventa una nuova fonte di instabilità nell’Europa orientale, con il rischio di un’escalation tra Russia e Nato. La crisi economica e l’isolamento della Transnistria si stanno intensificando, generando una crisi umanitaria. La Moldova è sottoposta a forti pressioni interne ed esterne, che destabilizzeranno il Paese, minando il suo percorso verso l’integrazione europea. Un’escalation militare coinvolgerebbe sia l’Ucraina che la Nato, portando a un conflitto regionale più ampio. Eventuali conseguenze: la Russia sta intensificando il suo sostegno alla Transnistria, inviando truppe e armi per consolidare il controllo nella regione. La popolazione civile subirebbe le conseguenze di una possibile guerra, con un aumento del numero dei profughi dalla Moldova verso l'Europa occidentale. Il conflitto potrebbe anche destabilizzare la Romania e altri Paesi vicini, rischiando eventualmente una crisi regionale più ampia. Non crediamo che l’opzione di una guerra per la reintegrazione della Transnistria nella Moldova sarebbe una soluzione fattibile, un conflitto armato comporta molteplici aspetti e conseguenze disastrose. La stabilità regionale sarebbe gravemente compromessa. La Romania, in quanto Stato membro della Nato e partner strategico degli Stati Uniti, non avvierà alcun tipo di azione militare per reintegrare la Transnistria nella Moldova. Inoltre, a livello della mentalità collettiva nella Moldova, si può notare una significativa riluttanza verso qualsiasi tipo di conflitto. Conclusioni: lo scenario più probabile è quello intermedio, in cui la Transnistria continua a mantenere la propria autonomia di fatto senza alcun riconoscimento ufficiale. Ciò come conseguenza di diversi fattori; la Russia non è disposta a rinunciare alla propria influenza nella regione, mentre la Moldova non ha la forza politica e militare per riprenderne il controllo. Inoltre, l’Occidente si concentra su altre priorità come la guerra in Ucraina e la sicurezza energetica, ritenendo improbabile un intervento diretto. L’equilibrio attuale è fragile, ma il mantenimento dello status quo è la soluzione meno rischiosa per tutte le parti coinvolte. In ogni caso potrebbero verificarsi tensioni politiche ed economiche, soprattutto in funzione dei rapporti tra Russia, Moldova e Unione europea. In un contesto di crescente polarizzazione globale, la situazione della Transnistria rimarrebbe strettamente legata agli sviluppi geopolitici nell’Europa orientale e alle capacità diplomatiche delle parti coinvolte. Riteniamo che sia molto importante che i leader politici della Moldova e della Transnistria agiscano nel paradigma dell’equilibrio e non incoraggino, specie da parte Transnistriana, azioni che possano generare eventi indesiderati. Nel cordiale incontro per uno scambio di opinioni con l’esperto di geopolitica Martin Antoniu provo a riassumere alcuni punti della discussione che rimangono comunque opinioni strettamente personali. Fermo restando il processo di integrazione europeo della Moldova, che deve avvenire il prima possibile, poiché lo vedo come una ottima e unica operazione da percorrere, è altrettanto vero che non è facile trovare una soluzione "indolore" alla questione della Transnistria, perché estremamente complesso, data la natura intricata del conflitto in essere, si spera con priorità urgente ed essenziale di pace e gli interessi geopolitici in gioco. Tuttavia, alcuni approcci frutto di una libera interpretazione, potrebbero minimizzare le tensioni e cercare di favorire una risoluzione pacifica e concordata. Rimate forse utopistico, ma parlarne non costa nulla. Dialogo e negoziazione: Rinvigorire il formato di negoziato che coinvolge Moldova, Transnistria, Russia (per quanto possibile, ma ora pare improbabile), Ucraina, Osce, con il supporto di Usa e Ue. Concentrarsi su misure di rafforzamento della fiducia, come la rimozione di ostacoli al commercio e alla libera circolazione. Coinvolgere la società civile, i rappresentanti delle imprese e le comunità locali nel processo di dialogo. Affrontare le preoccupazioni delle diverse comunità e promuovere la riconciliazione. Concedere (si tratta di un'ipotesi anche difficile), alla Transnistria un'ampia autonomia all'interno della Moldova, garantendo la protezione dei diritti delle minoranze e il rispetto delle specificità culturali e linguistiche. Definire chiaramente le competenze delle autorità “Transnistriane” e le loro relazioni con il governo centrale. Garantire la neutralità della Transnistria (elemento estremamente difficile da concretizzare), evitando l'adesione a blocchi militari e promuovendo la cooperazione regionale. Promuovere l'integrazione economica della Transnistria con la Moldova e l'Ue, offrendo incentivi per l'adozione di standard europei. Credo che anche questa ipotesi, stante la difficile attuale situazione, risulterebbe non percorribile. Sostenere lo sviluppo delle piccole e medie imprese e la creazione di posti di lavoro. Promuovere scambi culturali e programmi di istruzione congiunti per favorire la comprensione reciproca. Sostenere progetti di cooperazione tra le comunità locali. L'Osce e altri attori internazionali dovrebbero svolgere un ruolo attivo di mediazione e facilitazione del dialogo. Fornire assistenza tecnica e finanziaria per sostenere il processo di risoluzione del conflitto. Pressione diplomatica: la comunità internazionale dovrebbe esercitare pressioni diplomatiche sulla Russia (altro elemento difficile da concretizzare), per favorire una soluzione pacifica e il ritiro delle sue forze militari dalla Transnistria. La volontà politica di tutte le parti coinvolte è fondamentale per il successo di qualsiasi soluzione. La fiducia reciproca deve essere costruita attraverso misure concrete e graduali. Il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali è essenziale per una pace duratura. La guerra in Ucraina ha reso la situazione molto più complessa, ma anche più urgente da risolvere. È importante notare - conclude - che non esiste una soluzione facile o immediata. Il processo di risoluzione del conflitto richiederà tempo, pazienza e un impegno costante da tutte le parti interessate, sarà possibile? Vista la remota improbabilità e la complessità del problema, penso sia importante valorizzare la speranza che, secondo me, è l’ultima spiaggia>>.
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