Durante la rassegna sambenedettese "Incontri con l'autore", l'insegnante di religione cattolica, ha illustrato i punti salienti della sua nuova opera



Redazione

SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Si è svolta con successo, sabato 17 agosto, la presentazione del nuovo libro della professoressa Giancarla Perotti Barra dal titolo "Maritain. Educazione integrale per un umanesimo integrale". L'evento patrocinato dal comune di San Benedetto e organizzato da "Libri ed eventi" a cura di Mimmo Minuto, fa parte della 43esima rassegna "Incontri con l'autore". Durante la manifestazione presso lo chalet Malibù di Porto d'Ascoli, la Perotti ha risposto alle domande della sua collega e coordinatrice del dibattito Ascenza Mancini, e con i saluti istituzionali del vicesindaco sambenedettese Antonio Capriotti, e dell'assessore alla cultura Lia Sebastiani.
    
Professoressa Perotti, come nasce la sua passione per Maritain?

<<L’interesse per Maritain è nato quando studiavo filosofia all’università di Macerata, seguendo un corso del professor Luigi Alici, filosofo anch’egli personalista. Il pensiero di Maritain mi affascinava perché lo condividevo pienamente, così iniziai a cercare in biblioteca tutti i testi di questo filosofo e mi accorsi che erano tantissimi. Maritain ha scritto veramente tanto e iniziai a fotocopiare i libri che più mi interessavano. Non ho mai smesso di studiare Maritain, perché tutti gli argomenti che ha trattato sono stati proprio quelli su cui io riflettevo e che avrei voluto approfondire dall’amicizia a l’amore, dalla contemplazione alla libertà e verità. Poi ho scritto un saggio su amore e amicizia nel pensiero di Maritain e leggendo Amore e amicizia, Azione e contemplazione, nei primi anni di matrimonio, mi sono resa conto che avevamo molto in comune. Maritain scriveva condividendo tutto con la moglie Raissa e aveva iniziato a fare i circoli tomisti a casa loro. Anche noi accoglievamo coppie nella nostra casa. Argomenti come la verità mi affascinavano. In “Per una politica più umana” scrive “Certamente se ci fosse una salvezza fuori della Verità, non vorrei questa salvezza, perché amo più la verità della mia gioia e della mia libertà, o piuttosto so bene che la verità sola può fare la mia gioia e la mia liberazione". Raissa ricorda nel suo libro "I grandi amici" la fatica della ricerca della verità: “Questa filosofia della verità, questa verità ardentemente cercata, così invincibilmente creduta, era ancora per noi una specie di Dio sconosciuto; le riservavamo un altare nel nostro cuore, l’amavamo ardentemente senza conoscerla; fin da principio le riconoscevamo ogni diritto su di noi, sulla nostra vita. Ma non sapevamo ciò che essa sarebbe stata, per quale via, con quali mezzi poteva essere conosciuta. Si sarebbe levata come il sole, per una lunga giornata di felici scoperte? O come la luna, per non rischiarare che la notte delle nostre miserie? Sarebbe stata come un cielo stellato, luce e tenebre insieme? Noi non lo sapevamo”>>.

Chi è Maritain?

<<Maritain nasce nel 1882 e muore nel 1973, frequentava la Sorbona a Parigi, e studiava Scienze naturali, veniva da una famiglia protestante incontra, sempre all’università, Raissa Oumançoff, una donna di una famiglia ebrea ortodossa. «Non esisteva niente al di fuori di ciò che dovevamo dirci: bisognava ripensare insieme l’universo intero, il senso della vita, la sorte degli uomini, la giustizia e l’ingiustizia della società… Jacques aveva le mie stesse preoccupazioni profonde, lo tormentavano le stesse questioni, lo animava interamente lo stesso desiderio della verità. Ma egli era più maturo di me, aveva più scienza ed esperienza, e più genio soprattutto. Divenne subito il mio grande appoggio». Si sposano nel 1904. Incontrano il professor Le Dantec, ma rifiutano le sue idee materialiste e atee, ma quegli insegnamenti non tardarono a far sentire il loro peso e quindi Jacques piegava verso l’ateismo insieme a Raissa. Dopo l’incontro con Le Dantec viene attirato dal socialismo radicale di Charles Peguy, un socialista cristiano che li portò ad ascoltare le lezioni su Plotino, di Henry Bergson e Maritain afferma che è Bergson che risponde al suo desiderio di verità metafisica. Dopo Bergson incontra Léon Bloy un cristiano radicale vissuto nella povertà e nella solitudine, li porta lui protestante lei ebrea al cattolicesimo e si battezzano nel 1906 insieme alla sorella di Raissa Vera. Dopo la conversione e il battesimo, da intellettuali anarchici sull’orlo del suicidio diventano testimoni di Dio. Il loro padre spirituale Humbert Clerissac invita Raissa a leggere "La summa teologica" e fu lei che convinse Jacques a riprendere gli studi di filosofia e da lì Maritain disse “Guai a me se non Tomistizzo”. Alla morte di Clerissac fu padre spirituale Garrigou Lagrange, e nel 1922 iniziò i Circoli Tomisti, dove iniziarono a nascere le “Grandi amicizie”>>.

Maritain è un filosofo che ha trattato nei suoi saggi diverse categorie: dalla contemplazione nelle strade, ai gradi del sapere, ha scritto sul bene comune, sulla cultura, sulla società, sul pluralismo, sullo Stato, sulla giustizia e tante altre. Tu perché hai scelto di indagare sull’educazione?

<<Da tempo avevo in mente di approfondire il pensiero di Maritain sull’educazione. Un'educazione impegnata nella conquista della libertà, da qui la proposta di Maritain di un’educazione liberale per tutti e integrale, cioè interpretando l’uomo come unità inscindibile di spirito e materia, per il filosofo anche l’educazione doveva comprendere l’attenzione integrale alla persona umana con uno sguardo al divino e nell'ideale di una società fraterna. Leggendo "L’educazione al bivio" e "L’educazione della persona", due saggi che poi sono stati inglobati in un unico testo pubblicato nel 1959 dal titolo "Per una filosofia dell’educazione", mi sono resa conto che le riflessioni del filosofo sono attuali anche per la nostra epoca. Potremmo dire che Maritain è stato un profeta. Maritain denunciava che educare nella grande crisi di civiltà e nel cuore di una cultura e di una intelligenza priva di ogni riferimento spirituale era una difficile prova da svolgere. Allora ho pensato che la crisi che denunciava il filosofo non era passata anzi dopo 50 anni dalla sua morte è divenuta ancora più grande ed è per questo motivo che ho deciso di indagare il pensiero di Maritain su questa categoria. Infatti, oggi ci troviamo in un’epoca dove impera la crisi. Non c’è solo la crisi della democrazia che imperversa in tutto il mondo. Siamo al cuore della crisi e la crisi è nel cuore dell’umanità. L’obiettivo fondamentale e globale di qualunque politica che aspiri non solo al progresso, ma soprattutto alla sopravvivenza dell’umanità è trasformare la specie umana in Umanità: pensiero che Maritain ha sostenuto in modo particolare in Umanesimo integrale scritto nel 1936. Si parla tanto di umanesimo, nuovo umanesimo, eppure il mondo è sempre meno umano, perché non si può raggiungere un umanesimo integrale senza un’educazione integrale. Maritain, ha affrontato le sfide e le prospettive dell'educazione nel contesto della società moderna, esplorando il ruolo che l'istruzione ha nel plasmare gli individui e la cultura. Egli nei suoi scritti sull’educazione fa un'analisi critica del sistema educativo del suo tempo, evidenziando le carenze e le deviazioni dai principi fondamentali dell'educazione autentica. Il suo pensiero riletto oggi, potrebbe costituire un orizzonte di senso per la capacità di ispirare l'educazione umana il cui orizzonte è quello dell'attenzione integrale alla persona umana, con uno sguardo al trascendente. In questo testo (Per una filosofia dell’educazione), Maritain sottolinea quanto sia importante passare da un umanesimo antropocentrico e quindi di stampo umanistico, a un umanesimo teocentrico. Quindi a un umanesimo di tipo parziale, basato solo sulla tecnica, si sostituisce un umanesimo di tipo integrale che è pronto ad accogliere quelli che sono i valori, le potenzialità, i bisogni e le espressioni dell’essere umano. Questo concetto di umanesimo integrale risulta molto complesso e l’unico modo per metterlo in pratica, da un punto di vista educativo, è adottare un tipo di educazione integrale capace quindi di mediare tra quelli che sono le esigenze dell’individuo e le richieste della società attraverso lo sviluppo del senso di libertà e di responsabilità. Secondo il filosofo, l’attività del maestro deve essere regolata da quattro norme fondamentali: la prima è quella di incoraggiare e favorire tutti quegli aspetti nei bambini che possono aiutare lo sviluppo della vita dello spirito, la seconda è quella di porre l’attenzione sulla profondità della personalità e sul dinamismo spirituale, la terza è quella di sforzarsi di nutrire tutta l’intera unità dell’uomo, e la quarta è quella di liberare l’intelligenza invece che sovraccaricarla. Per Maritain l’educazione è una via indispensabile per la realizzazione della persona in quanto l’uomo è costituito da due poli: un polo materiale, che non riguarda, in realtà, la persona vera e propria, ma l’individualità; e un polo spirituale, che concerne la personalità vera e propria”. La visione integrata dell'educazione che ha proposto il filosofo guarda alla totalità dell'essere umano (oggi la chiamiamo visione olistica), promuove la crescita individuale e la costruzione di una società più giusta e solidale. Grazie all’analisi acuta che lui ha fatto, ripeto valida anche oggi, e la sua visione ispiratrice, possiamo usufruire di spunti preziosi per riflettere sul significato e sulle sfide dell'educazione necessarie per promuovere un umanesimo integrale. Come per esempio la questione dei saperi scolastici che ha una funzione educativa che serve a educere, a far emergere le potenzialità umane di ogni studente. Per Maritain la finalità educativa per eccellenza è umanizzare ed è per questo che i contenuti non devono essere delle informazioni nozionistiche né tantomeno devono avviare a pure competenze tecnocratiche, prive di senso critico e di autentica metacognizione. A scuola non si addestra, ma si mira alla formazione e alla mens critica, per questo metodo e contenuto sono inscindibilmente legati.
Quindi oggi sentiamo l’esigenza di misurarci con l’idea di educazione del filosofo francese per affrontare l’ospite inquietante del nichilismo, come lo definisce Galeazzi nella post fazione, il nichilismo è il nuovo spettro che si aggira soprattutto tra le nuove generazioni e che Maritain aveva già individuato parlando di una gioventù dal male metafisico>>.

Maritain usa un’espressione per definire l’educazione che è risveglio umano. Perché definisce l’educazione risveglio umano?

<<Si il nostro filosofo definiva l’educazione anche con una espressione molto efficace, quella di “risveglio umano”. Questa metafora del “risveglio” può ben essere considerata la condizione per aprirsi alla novità dell’umanesimo integrale; in altre parole, per non continuare nel sonnambulismo attuale dato che urge svegliarsi e affrontare il post moderno attraversandolo e anche superandolo. In tale ottica, l’umanesimo integrale si configura come nuovo modello antropologico. Così il “risveglio umano” appare il presupposto per coniugare sul nuovo paradigma le diverse forme di umanizzazione, esigenza resa sempre più urgente dalla crescente “disumanità” sociale, “inumanità” bellica e “deumanità” tecnologica. Queste tre parole, che dal punto di vista lessicale sono sinonimi, sono da usare come diverse, proprio per evidenziare la specificità dei processi di “disumanizzazione”, inumanizzazione” e “deumanizzazione” che in diverso modo violano il senso di umanità dell’uomo ed evidenziano la complessità della sua negazione. Questo rende più necessario il bisogno di “umanizzazione”, che è auspicata su più fronti, tanto da far riscoprire il valore sociale dell’amicizia (in senso classico ed evangelico), come lo ha inteso Maritain>>.

Quindi Maritain può dire qualcosa all’uomo del nostro tempo bisognoso di umanità anche con la cifra dell’amicizia?
         
<<Per il nostro tempo l’insistenza di Maritain sulla categoria amicizia sembra aver fatto il suo tempo ma non è vero: la categoria di amicizia; è una categoria che appartiene al pensiero classico, Aristotele, l’amicizia civile, Maritain la riprende e la ripropone anche nella versione evangelica. Questa categoria non è solo una categoria classica, sociale, è anche una categoria nuova e umana tanto che anche papa Francesco nella “Frates omnes” tratta della fratellanza e dell’amicizia sociale. L’amicizia è il senso più profondo della convivenza umana, quando vuole essere veramente umana, umanistica e umanizzante. L’educazione deve produrre un risvegliamento umano, una sorta di nuovo illuminismo nel senso di un risvegliare, non freddo, non algido, ma capace di accendere i cuori. E affinché non rimanga solo teoria, bisogna amare non basta conoscere l’uomo esso si deve prendere la sua responsabilità. L’idea del “risveglio umano” è importante anche per un rinnovamento della assiologia moderna, cioè per considerare ideali come quelli di libertà, uguaglianza, fratellanza e pace, non come bandiere da sventolare, ma motori da accendere, per cui in tutti e quattro i casi si tratta di connotare quegli ideali in termini non ideologici, ma prassiologici, cioè nel senso di rinnovarsi incessantemente. Per questo tali ideali si configurano rispettivamente come liberazione, uguagliamento, affratellamento e pacificazione. L’umanesimo integrale con l’innesto della teoria dell’ecologia può essere efficace antidoto alla deriva del nichilismo. Sono due quindi le operazioni da fare: storicizzare e attualizzare l’opera di Maritain. Così l’idea del “risveglio umano” sintetizza efficacemente l’impegno di “umanizzazione” a cui l’educazione può nella sua essenza essere ricondotta, e impegna anche dal punto di vista sociale per evitare il sonno della nostra umanità, negativo per tutti, ma specialmente per i giovani. Svegliare e risvegliare all’umano è, allora, il modo pedagogico e politico più vero per rinnovare il senso della paideia maritainiana con l’intento di invogliare alla lettura diretta dell’opera Per una filosofia dell’educazione>>.

Biografia:
Giancarla Perotti è una scrittrice, saggista, docente alla facoltà teologica di Ancona, dove insegna “La didattica nell'era dell'intelligenza artificiale e delle neuroscienze”, teologa, formatrice di formatori, esperta in filosofia personalista, in modo particolare quella maritainiana e nella pastorale dei Mra, in quanto una dei soci fondatori del Gris nazionale di cui attualmente è consigliere. Insegna anche “Storia delle religioni” alla Scuola diocesana di formazione teologica.

Alcune pubblicazioni:
- Sposare un musulmano. Aspetti sociali e pastorali (2001), Effatà;
- Con Silvio Ferrari: I matrimoni islamo-cattolici in Italia. Aspetti giuridici e pastorali (2003), San Paolo;
- Amore e giustizia nel pensiero di Jacques Maritain (2009), Il cerchio;
- Lo scrigno della mia giovinezza, ilmiolibro.it, 2012, (raccolta di poesie);
- Giuseppe lo sposo di Maria. Nelle scritture canoniche, negli apocrifi e nei Padri della Chiesa (2019), Esa;
- AA. VV., Educazione alla cittadinanza digitale, in Educazione e Costituzione: cittadinanza globale e sostenibilità, Maggioli, 2020, pp. 181-193, (ultimo capitolo del testo scolastico di Educazione civica);
- Le guarigioni di Gesù e i nuovi guaritori newagers, (2023), Etabeta.

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