Incontro bilaterale con il Ministro Giovannini.


                

PESCARA
<<Riguardo al Pnrr, spesso si favoleggia sulla pioggia di risorse che ne deriverebbero. Se si pensa che l’intero Piano nazionale di ripresa e resilienza vale circa 200 miliardi e che, ad oggi, le esigenze di ammodernamento del sistema infrastrutturale movimenterebbe un volume di circa 21 miliardi di euro solo per l’Abruzzo, si comprende come questo quadro di esigenze non sia possibile soddisfarlo con questi fondi. Perché poi vanno considerati anche gli altri settori a partire da sanità, innovazione, digitalizzazione, dissesto idrogeologico e molto altro ancora>>. Lo ha detto il presidente della giunta regionale, Marco Marsilio a Chieti, in occasione di un convegno promosso da Confartigianato Chieti-L’Aquila in collaborazione con l’Università d’Annunzio, e lo sportello d’informazione comunitaria Europe Direct Chieti. Iniziativa alla quale hanno preso parte anche l’europarlamentare Raffaele Fitto, il commissario straordinario per la ricostruzione Giovanni Legnini, il direttore politiche economiche Confartigianato imprese Bruno Panieri, oltre al direttore generale Confartigianato Chieti L’Aquila, Daniele Giangiulli.

<<Recentemente, nel corso di un incontro bilaterale con il Ministro delle infrastrutture Giovannini – ha rimarcato Marsilio – abbiamo presentato la lista delle esigenze infrastrutturali che occorrerebbe soddisfare per avere una regione efficiente e dinamica. Mi riferisco all’ammodernamento dei porti, allo sviluppo dell’aeroporto, ai collegamenti ferroviari, alle autostrade, agli interporti, a tutta la logistica, alle connessioni e a tutti i livelli di comunicazione che servono al nostro territorio per portarlo fuori dalla stagnazione dell’economia dopo anni e anni di sviluppo. Del resto nessuna infrastruttura, è stata più realizzata ma, a dire il vero, sul capitolo strade, il Pnrr non solo non interviene ma addirittura scoraggia totalmente, poiché nella filosofia ispiratrice del new green deal, dell’innovazione digitale e della transizione ecologica, la realizzazione di strade è qualcosa di vecchio, di superato. Ed allora per colmare questo gap, e realizzare alcuni interventi più tradizionali, abbiamo convinto il Ministro a fare degli investimenti sul fondo complementare dove c’è una maggiore libertà da parte dello Stato. Il Pnrr – ha concluso – resta un'operazione fortemente dirigista da parte del Governo e, a tal proposito, come emerso anche oggi nella Stato-Regioni, le Autonomie locali contestano il sistematico scavalcamento di ogni livello territoriale che, in diversi casi, appare anche in palese conflitto con le attribuzioni costituzionali>>.

             

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