Il 64% delle madri di bambini o ragazzi con disabilità ha dovuto ridurre il proprio orario di lavoro (contro il 42% delle altre madri)



Redazione

ASCOLI PICENO
<<Ma qual è lo stato delle cose in Italia per le persone disabili? Il quadro generale appare tutt’altro che roseo - afferma di Ada Orsatti, presidente Aila Ets -. Consultando le statistiche, si nota che, per esempio, l’incidenza della povertà in Italia colpisce particolarmente le persone con disabilità, restando fra le più esposte. Secondo i dati Eurostat, nel nostro Paese il 30,2% delle persone con disabilità è a rischio di povertà o esclusione sociale, a fronte del 21,3% della popolazione generale. Sono circa 2,3 milioni le famiglie in cui vive almeno una persona con limitazioni gravi, e il 28,7% di queste nuclei familiari versa già in una condizione di deprivazione materiale, contro il 18% della media nazionale. Si tratta di numeri che non possono essere ignorati: raccontano vite quotidianamente segnate da difficoltà economiche, marginalità e ostacoli sistemici che impediscono una reale parità di opportunità - aggiunge la Orsatti -. Le difficoltà economiche sono strettamente legate alle condizioni occupazionali delle persone disabili e dei loro familiari. Da un lato, persistono gravi ostacoli al loro inserimento nel mondo del lavoro; dall’altro, le famiglie che includono persone con disabilità soffrono spesso di una bassa intensità lavorativa (38,4% contro il 9,1%), con un impatto diretto sul reddito e sulla qualità della vita. In particolare, la figura del caregiver familiare, nella maggior parte dei casi una donna, vive una condizione di forte svantaggio sociale ed economico>>. 

Dall’indagine Bva Doxa - Fondazione Paideia (2023) emerge che:
- il 64% delle madri di bambini o ragazzi con disabilità ha dovuto ridurre il proprio orario di lavoro (contro il 42% delle altre madri);
- il 34% dei genitori di figli con disabilità ritiene che la genitorialità abbia ostacolato in modo significativo il percorso di carriera (rispetto al 17% delle altre famiglie).

<<Questi numeri - sottolinea la presidente Aila Ets - confermano quanto sia urgente un riconoscimento concreto del ruolo dei caregiver, alla luce anche delle recenti osservazioni dell’Onu, che ha rilevato come l’Italia non disponga ancora di un quadro giuridico adeguato per tutelare queste figure fondamentali nella rete di cura. Nonostante la presenza della Legge 68/1999, nata per favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, permane un divario profondo: solo il 31,3% delle persone con disabilità risulta occupato, contro una media nazionale del 57,8%. Il gap è ancora più evidente per le donne: solo il 26,7% delle donne con disabilità ha un’occupazione, contro il 36,3% degli uomini. Questi dati - conclude - dimostrano che, in Italia il percorso verso il pieno rispetto dei diritti dei disabili sia ancora accidentato, e che i diritti sanciti dall'apposita Convenzione, recepita dall’Italia nel 2009 sia ancora in larga parte disattesa>>.

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