Il progetto europeo ha affrontato mediante una serie di attività previste (focus group, meetings transanzionali, photo contest, iniziative di comunicazione e diffusione, ricerca di buone prassi, ecc.) un tema quanto più attuale e radicato nel contesto storico, culturale ed economico che stiamo vivendo



Redazione

BE YOUR BOSS
Sta per giungere a termine il lavoro del progetto europeo “Be Your Boss! - European Connections 4 Entrepreneurship Development” - Erasmus+ approvato a Smarteam Soc. Coop. e in partnership con 5 paesi europei: Spagna, Cipro, Polonia, Olanda e Bulgaria, e durato circa 3 anni, con l’evento on line di venerdì 29 luglio alle ore 16.
All’evento parteciperanno:
• Guido Castelli, Assessore al bilancio Regione Marche
• Emanuela D’Angelo, Direttore Confidicoop Marche
• Simone Marcelli, Presidente Conflavoro PMI Ascoli Piceno
• Alessandra Marcozzi, Project Manager e V. Presidente Smarteam
• Vincenzina Beatrice Martella, Presidente Smarteam
• Renato Pierantozzi, operatore ANPAL
• Rappresentanti istituzionali
• Giovani laureati neoimprenditori che racconteranno la loro esoerienza
Durante l’evento on line, aperto a tutti, verrà presentato il Manuale di Buone Prassi, raccolta di esperienze imprenditoriali e formative nei 5 paesi partner che hanno partecipato al progetto Erasmus+ Be Your Boss!
Per partecipare è necessario iscriversi a questo link https://tinyurl.com/yxsmkf9n oppure inviare mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

IL PROGETTO
Il progetto europeo ha affrontato mediante una serie di attività previste (focus group, meetings transanzionali, photo contest, iniziative di comunicazione e diffusione, ricerca di buone prassi, ecc.) un tema quanto più attuale e radicato  nel contesto storico, culturale ed economico che stiamo vivendo: la difficoltà dei giovani laureati in discipline umanistiche (25-35 anni) a trovare un lavoro e la scarsa predisposizione a creare un'attività imprenditoriale con  l’obiettivo specifico di individuare le criticità,  indicare degli indirizzi utili al mondo delle istituzioni e del lavoro per incoraggiare l’acquisizione di capacità imprenditoriali, e favorire i giovani alla creazione d’impresa.

Le cause evidenziate dai gruppi di lavoro realizzati, che hanno coinvolto il gruppo target dei giovani laureati in discipline umanistiche e gli stakeholders del mondo del lavoro, delle istituzioni, della ricerca e della formazione (docenti e esperti del mondo della didattica universitaria, della ricerca educativa, rappresentanti di associazioni di categoria, imprenditori e formatori e responsabili istituzionali della regione Marche), sono molto spesso legate alla:
- mancanza di competenze scientifico-economiche ed informatiche;
- mancanza di capacità imprenditoriali;
- distanza del mondo dell'imprenditoria da quella dell'istruzione e della formazione;
- mancanza di sostegno da parte delle associazioni di categoria;
- assenza di una strategia nazionale specifica per l'educazione all'imprenditorialità.


LE ATTIVITA’
La partnership ha condotto due indagini rivolte a giovani laureati in discipline umanistiche e a esperti: - un questionario on line rivolto a 258 giovani laureati in discipline umanistiche il cui report ha fornito informazioni e dati su motivazioni, competenze, pensiero creativo, ricerca di lavoro, lavoro desiderato; - un questionario on line rivolto a 121 esperti (rappresentanti di associazioni di categoria, imprenditori, formatori e decisori politici per approfondire le loro esperienze e conoscenze nel settore dell’imprenditorialità).
La partnership ha quindi creato 5 Focus Group (in Italia, Spagna, Bulgaria, Polonia e Cipro) composto da un gruppo di esperti e membri del gruppo target (imprenditori, psicologi del lavoro, guide di carriera, esperti di mobilità professionale, esperti d’imprenditorialità, professori universitari, educatori, psicologi, rappresentanti di associazioni di categoria, esperti di formazione, giovani laureati) allo scopo di indagare i problemi che impediscono ai giovani laureati in discipline umanistiche di diventare imprenditori (ostacoli all'avvio d’impresa, capacità imprenditoriali, carenze formative, meccanismi di finanziamento per  la creazione d’impresa, ecc.) e di consentire agli stakeholders di comprendere meglio le esigenze dei soggetti intervistati e quindi, di calibrare le loro politiche di intervento e di effettuare scelte più attente alle esigenze e congruenti con le richieste dei soggetti.

Secondo i dati raccolti, c'è spazio per cambiare negli studi umanistici, anche se già i luoghi comuni sui laureati in discipline umanistiche, e i parametri della «efficacia della laurea” rischiano di essere secondari: nel mondo del lavoro l'11% dei laureati nel settore fa carriera nel management, accanto a quote interessanti di professionisti riconvertiti in ambiti come Ict, finanza, vendite e servizi.
I giovani che si iscrivono alle facoltà umanistiche sono già abituati all'idea che potranno o dovranno reinventarsi in un ambito diverso da quello degli studi, applicando altrove la duttilità di pensiero acquisita, anche se si pensa che per avere successo nella carriera sia necessario intravedere il proprio percorso lavorativo a partire dal percorso di studi universitario.

© Riproduzione riservata - L'Alba

TAGS: ,