Piatti tipici del territorio per grandi e piccini, con pesca sportiva aperta d'estate e d'inverno



Redazione (pubbliredazionale)

MORESCO
Un vero e proprio paradiso terrestre, quello dei Laghi Santarelli di Moresco, un piccolo paese nella provincia di Fermo. Un bellissimo ed accogliente ristorante che rispecchia i prodotti del territorio, e sempre freschi di stagione per una cucina semplice ed essenziale che soddisfa tutti i palati con un’atmosfera piacevole immersa nel verde e nelle splendide colline della Valdaso. Il menù offre sempre una selezione di piatti della tradizione locale.
Per gli appassionati di pesca sportiva, aperto tutti i giorni durante la stagione estiva dalle ore 6 alle 20 (festivi compresi), mentre d’inverno dalle ore 7 alle 18.

Moresco, è uno dei borghi più belli d’Italia, di circa seicento abitanti, sito a cavaliere su una collinetta in posizione di fortilizio sulla valle dell’Aso, a metri 405 sul livello del mare, circondato da Monterubbiano, Lapedona e Montefiore dell’Aso. Sull’origine mancano notizie sicure. Come i paesi vicini ebbe le immigrazioni dei giovani Sabini “per voto di primavera sacra” inoltre dalle città della costa mediterranea orientale. Dopo la caduta dell’impero romano si ebbero le invasioni di varie popolazioni germaniche, tra cui i Goti, e nel secolo VIII le invasioni degli Arabi, i quali costituirono, in Sicilia, in Campania e altrove le loro stabili e fiorenti sedi. Il vocabolo Moresco deriverebbe da “Mori”. Mancano documenti sulla origine del castello di Moresco, fortilizio militare con intorno le case di agricoltori ed artigiani che dettero incremento al paese. La torre baronale, alta, sormontata la terrazza con cuspide, tipica dell’architettura araba, ha dato probabilmente la connotazione di Moresco a questo castello. Fino al 1918 conservava ancora una robusta terrazza sulla quale poggiava la cuspide, andata distrutta, in detto anno, quando venne restaurata e munita, alla sommità, di una elegante merlature ghibellina. Secondo una tradizione attendibile, la costruzione risalirebbe al V secolo. L’invasione dei Goti condotti da Alarico, determinò nel 415 una vera calamità a Fermo, a Monterubbiano e nei dintorni, ragion per cui i Fermani avrebbero costruito Moresco, quale propugnacolo avanzato per cautelarsi da ulteriori assalti nemici. Il primo documento che nomina Moresco riguarda un corso d’acqua con il suo ponte. Il dato principale del secolo XI è l’esistenza del nobile Tebaldo conte di Moresco, nipote del vescovo Umberto e attivo nell’amministrazione vescovile. Alterne vicende lo posero sotto la giurisdizione di Fermo, con la cittadinanza secondo lo Statuto dei Fermani e, a periodi, nel dominio immediato della Camera Apostolica di Roma.

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