Sanità pubblica: prorogare di un anno tutti i precari, fino alla stabilizzazione.





Redazione

ANCONA
<<USB Marche PI chiede al presidente Francesco Acquaroli e all’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, la proroga di tutto il personale precario del SSN attualmente in servizio, fino al raggiungimento dei requisiti necessari per ottenere la stabilizzazione. Non è accettabile che migliaia di lavoratrici e lavoratori siano appesi al filo di continue proroghe, ed è indispensabile che i contratti in scadenza il 31 dicembre 2021 siano prorogati fino al 31 dicembre 2022, come è stato fatto nel Lazio e in Campania, grazie anche alle lotte e alle mobilitazioni di USB. Questo provvedimento, anche alla luce della circolare del Ministero della Salute che esorta le regioni ad attrezzare strutture Covid ospedaliere e territoriali, per far fronte alla prevista fase acuta della pandemia, non è assolutamente rinviabile e chiediamo che venga adottato nelle Marche. La stabilizzazione del personale precario, che nella nostra Regione è di tot unità, deve essere accompagnata da immediate assunzioni dalle graduatorie concorsuali attualmente in essere, perché c’è la consapevolezza, dati alla mano, che le previsioni fra uscite e ingressi danno nel 2024 un saldo negativo di unità di personale e questo, a fronte di una situazione di endemica sofferenza delle piante organiche, rischia di compromettere definitivamente la tenuta della sanità pubblica. Nelle Marche i precari sono complessivamente 1.246 di cui 292 medici, 601 infermieri e 353 altro personale, lavoratrici e lavoratori precari, fra medici, infermieri, oss e tecnici sanitari che sono stati reclutati in urgenza e impiegati nei momenti più duri della pandemia, gettati nei reparti Covid senza adeguata formazione e senza nemmeno il riconoscimento economico ottenuto, non in misura adeguata, dai loro colleghi a tempo indeterminato. Pensare, ancora una volta in un momento di forte recrudescenza della pandemia e di impennata dei contagi, di prorogare i contratti fino al 22 marzo, teoricamente il termine fissato per la fine della pandemia, è miope e, per certi versi, immorale. C’è l’assoluta e urgente necessità che la sanità pubblica sia messa in sicurezza e la pandemia ce lo ha insegnato e ce lo impone. Si investa fortemente sulle risorse umane che la reggono. Chiediamo quindi al presidente Acquaroli e all'assessore alla sanità Saltamartini di attivarsi subito per prorogare di un anno tutto il personale attualmente precario nel Servizio Sanitario Nazionale, dare stabilità al sistema e ai lavoratori, arrivando alla stabilizzazione del personale sanitario precario assunto per far fronte alla pandemia>>.








© Riproduzione riservata - L'Alba