La CNA di Ascoli chiede un incontro a sindaco, prefetto e presidente della Provincia



Redazione

ASCOLI PICENO
Prosegue l’impegno della CNA di Ascoli sul fronte dei bonus edilizi e dei relativi crediti incagliati nei cassetti fiscali che ad oggi stanno fortemente penalizzando le oltre 2.000 imprese marchigiane che hanno anticipato i costi degli interventi per conto dello Stato.

A un mese esatto di distanza dall’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto legge 11, che ha di fatto sancito l’impossibilità di acquisto dei crediti già in circolazione da parte degli enti locali, il tessuto imprenditoriale provinciale e nazionale, è ancora in attesa di una soluzione in grado di restituire da un lato liquidità a un comparto delle costruzioni in forte difficoltà e, dall’altro, fiducia ai cittadini e alle famiglie che, specie in un territorio ferito dal sisma come il Piceno, non riconoscono più nel superbonus un efficace meccanismo di riqualificazione edilizia ed economica.

Secondo le ultime stime del governo, infatti, i crediti già maturati ammontano a ben 19 miliardi di euro: una vera e propria bomba a orologeria che, se non disinnescata per tempo, metterà a rischio la continuità di 90.000 cantieri di ristrutturazione in tutta Italia.

A farne le spese, almeno in prima battuta, saranno le imprese delle costruzioni, vittime sacrificali di un sistema ormai in balia di burocrazia e continui cambi di direzione che, in una seconda fase, finirà inevitabilmente per coinvolgere l’intera economia italiana, compromettendo decine di migliaia di posti di lavoro.

Sulla scia delle considerazioni espressa a livello nazionale dall’associazione, che nei giorni scorsi ha incontrato il vice ministro dell’economia Maurizio Leo, insieme al direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini per sollecitare una soluzione efficace e definitiva, la CNA di Ascoli ribadisce la necessità di disporre un intervento di acquisto dei crediti da parte di un acquirente pubblico, invitando gli istituti di credito che ancora avessero capienza ad acquistare i crediti nei cassetti delle aziende, e concedendo loro il via libera per utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati dalle imprese di tutte le dimensioni, dai professionisti e dalle famiglie.

«Ci aspettiamo che il governo confermi con i fatti la disponibilità a portare avanti misure essenziali per garantire un futuro alle nostre imprese - afferma Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli -. Negli scorsi mesi i bonus edilizi hanno dimostrato di poter trainare la ripresa economica del Paese: come associazione di categoria, continueremo a garantire il nostro impegno al fianco delle aziende del territorio per sbloccare i crediti incagliati nei cassetti fiscali e dare nuovo slancio a un meccanismo ormai del tutto inceppato da burocrazia e ripensamenti».

Per questa ragione, nella giornata di ieri, mercoledì 15 marzo, la CNA di Ascoli ha inviato una lettera al sindaco, al prefetto e al presidente della Provincia richiedendo formalmente un incontro per discutere delle ripercussioni del decreto legge 11 sull’economia del territorio.

Ragionando insieme sulla necessità di individuare strumenti di sostegno pubblico di medio e lungo termine per intervenire sul nostro patrimonio edilizio nell’ottica degli ambiziosi obiettivi internazionali ed europei in materia di efficientamento energetico e sostenibilità ambientale, l’associazione intende illustrare ai rappresentanti istituzionali del territorio gli effetti positivi sull’ambiente, sul consumo energetico e sulle finanze pubbliche dei bonus edilizi, tali da ridurre in modo drastico il reale onere che graverebbe sul debito pubblico italiano, che tanto preoccupa le nostre autorità nazionali e che tanto sconcerto sta creando nell’opinione pubblica.

«Coltiviamo da sempre un dialogo costruttivo con gli enti locali - conferma Arianna Trillini, presidente della CNA di Ascoli - e, in questa fase così delicata per l’imprenditoria del Piceno, intendiamo coinvolgere le massime autorità del territorio per sbloccare una situazione che mette a rischio le prospettive future di centinaia di aziende e famiglie. Confidiamo nella massima collaborazione su un tema di estrema attualità, sul quale imprenditori e cittadini attendono risposte ormai da troppo tempo».

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