'Rifiuti Zero' è un buon esempio di cambiamento dal basso, voluto dai cittadini e realizzato con la partecipazione di tutti



Redazione

GROTTAMMARE
<<Occorre superare la cultura del 'No' e connettere tutti i cittadini e i movimenti per proporre un nuovo modello di governance. Non è vero che non si può cambiare, e l’esperienza degli oltre 330 comuni 'Rifiuti zero' con circa 8 milioni di abitanti, di cui Grottammare, lo dimostrano>>. Così Rossano Ercolini incalza amministratori e cittadini all’incontro organizzato ieri, 4 settembre, alla pineta 'Ricciotti' sull’economia circolare in risposta alla distribuzione speculativa delle merci. <<Rifiuti Zero - aggiunge - è un buon esempio di cambiamento dal basso, voluto dalla popolazione e realizzato con la partecipazione di tutti, attraverso quella 'scienza dei cittadini' che si configura sempre più quale nuova frontiera della conoscenza volta a contrastare il corto circuito dell’inciviltà dell’usa e getta. Questa rivoluzione silenziosa, attraverso un percorso di ricerca sul campo, incontrando progettisti ed imprenditori per studiare, verificare, mettere a punto, promuovere nuovi prodotti e nuovi materiali ha messo sotto scacco i vecchi prodotti non riciclabili: gli scontrini fiscali riciclabili e senza plastica, la lavatrice che intercetta le microplastiche dei nostri abiti sempre più farciti di tessuti acrilici, tovaglioli e asciugamani da cotone riciclato, teli per pacciamatura in carta, scarpe riparabili e compostabili, spugne e spugnette biodegradabili, cannucce commestibili, incarti in cera d’api, borse e zainetti realizzati con ombrelli rotti, appendini in carta riciclata e molto eleganti, alimenti realizzati con prodotti altrimenti abbandonati sul campo, oppure realizzati grazie alla coltivazione della canapa (di cui non si butta via niente!), vasi per orticoltura e giardinaggio in fibra di legno, che si possono piantare direttamente sul terreno e mini piante ornamentali da accudire per ornamento e per educare alla circolarità.
Allora bisogna abbandonare la politica dell’incenerimento di materie preziose e terre rare, uscire dal modello dell’economia lineare e abbracciare l’economia circolare, che consente di risparmiare materie prime e creare nuovi posti di lavoro, sviluppando modelli produttivi basati sul riuso e la riparazione. In tal modo, i materiali e l'energia utilizzati per fabbricare i prodotti, mantengono il loro valore più a lungo, i rifiuti sono ridotti al minimo e si utilizzano quante meno risorse possibili. Quindi si può cambiare la realtà e questo sta già avvenendo. Finora abbiamo utilizzato la ragione solo per sfruttare le risorse, oggi invece dobbiamo elaborare un nuovo modello: è l’ecologia che contiene l’economia, senza ecologia non saremo in grado di affrontare la sfida della scarsità di materie prime, che si risolve solo attraverso l’applicazione dei principi dell’economia circolare. In questo percorso i comuni sono strategici, perché possono applicare il Green Public Procurement (GPP), un sistema di acquisti di prodotti e servizi ambientalmente preferibili, cioè quei prodotti e servizi che hanno un minore, ovvero un ridotto, effetto sulla salute umana e sull'ambiente rispetto ad altri prodotti e servizi utilizzati allo stesso scopo. Gli acquisti effettuati dalla Pubblica Amministrazione, infatti, rappresentano in Italia il 17% del Prodotto Interno Lordo (PIL). Perciò i comuni devono favorire le imprese innovative e meno inquinanti, dando il buon esempio, che è più importante di qualsiasi parola. Il comune di Grottammare è virtuoso, perchè lavora da anni sulla riduzione dei rifiuti con il progetto Ambiente bene comune, attraverso la vendita di prodotti sfusi e riutilizzabili, e l’uso di packaging sostenibili, biodegradabili e riciclabili, riducendo i costi di smaltimento e i rischi per l’ambiente e la salute. Ma ora occorre alzare l’asticella, raggiungere la Serie A, che è la tariffa puntuale, un passaggio strategico che consente di ridurre drasticamente la produzione di rifiuti, perché ciascuno paga in proporzione a quanti rifiuti produce e tutti sono incentivati, anche economicamente, a produrre meno scarti. Ecco quindi la sfida: chi sa ridurre i rifiuti indifferenziati paga una bolletta più leggera. Un sistema equo, perché ottiene una partecipazione diretta dei cittadini, premiando i comportamenti virtuosi di chi differenzia correttamente i materiali riciclabili e riduce al minimo i rifiuti non riciclabili. E il comune ci guadagna, perché migliorando la qualità dei materiali differenziati può incrementare i corrispettivi Conai, grazie alle maggiori quantità e qualità dei materiali recuperati>>.

Rossano Ercolini

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