Infermiere volontarie della Croce rossa durante la Grande guerra. Alla cerimonia presente Fabiola Zurlini dello studio Firmano e i ringraziamenti dell’amministrazione comunale di Fermo


 
Redazione

FERMO
C’è anche un pò di Fermo in piazza Savonarola a Firenze. In questi giorni è stata scoperta una targa in memoria di Nerina e Bona Gigliucci, infermiere volontarie della Croce rossa italiana nel periodo della Grande guerra, di origini fermane, affissa alla “Villa Rossa” residenza della famiglia Gigliucci a Firenze, oggi sede della Syracuse University.
 
Alla cerimonia erano presenti l'assessore alla cultura della memoria e alla toponomastica di Firenze Maria Federica Giuliani, il presidente della commissione toponomastica Mirco Rufilli, il presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi, il presidente del comitato di Firenze della Croce rossa italiana Lorenzo Andreoni, insieme ad alcune infermiere volontarie e i vertici del Lyceum, di cui Nerina Gigliucci è stata co-fondatrice a Firenze.
 
Nel corso del momento commemorativo è stato ricordato che Nerina, in particolare, ebbe un ruolo di primo piano nell’affermazione in Italia, agli inizi del Novecento, del nursing infermieristico professionale, in contesti scientifici, politici e istituzionali internazionali, precorrendo anche i tempi moderni dell’emancipazione femminile, e fu membro autorevole di diversi club femminili internazionali.
 
Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro e l’assessore alla cultura Micol Lanzidei, attraverso la voce della Zurlini, in un indirizzo di saluto scritto, oltre a ringraziare Cri - Regione Toscana, comune di Firenze e studio Firmano, hanno sottolineato che <<nel ricordo di due donne che hanno portato alto il nome della nostra città in contesti di altruismo e di solidarietà, valori universali e sempre attuali, ci fa particolarmente piacere evidenziare il ruolo del volontariato che oggi più che mai assume un’importanza strategica nel mutuo soccorso e nella cooperazione fra popoli e per situazioni di disagio. Non da meno - hanno scritto - vorremmo sottolineare la professione infermieristica da sempre essenziale in campo sanitario, che oltre al lavoro quotidiano ha avuto come noto un’importanza straordinaria nel periodo pandemico. Professione alla quale le giovani generazioni si stanno educando e formando, campo su cui come città cerchiamo di dare il nostro contributo, ospitando un corso di laurea proprio in scienze infermieristiche, afferente all’università politecnica delle Marche. Terzo punto è quello dell’emancipazione femminile i cui Nerina e Bona hanno concorso a dare un’immagine assolutamente moderna, anticipando i tempi>>.
 
Nel suo intervento la Zurlini ha ricordato come la data scelta per la cerimonia non sia stata casuale: il 9 febbraio 1908 è nato il Corpo delle infermiere volontarie della Croce rossa italiana, come ha sottolineato anche suor Maria Enrica Monaco della Cri - Toscana di Firenze. Nel 1955 la nascita dello studio Firmano e del primo nucleo delle collezioni dell’istituto si deve alla generosità di Bona Gigliucci che donò a Mario Santoro la collezione di beni museali, cimeli di famiglia, oggetti, libri, documenti ecc, conservati ancora oggi tra cui figura materiale di Nerina e Bona, relativo al loro servizio svolto come infermiere volontarie della Cri nella Grande guerra. E’ stata anche ricordata la conferenza del 9 gennaio 2020 su Nerina Gigliucci al Lyceum Club promossa dall’allora presidente Donatella Lippi, docente ordinario di storia della medicina e bioetica all’università di Firenze, autorevole socia dello studio Firmano che di fatto è stato l’unico evento celebrativo per il bicentenario della nascita di Florence Nightingale (Firenze, 1920-2020), e per l’anno internazionale dell’infermiere.
 
Alla cerimonia, che si è svolta nello spazio antistante la facciata della Villa Rossa, fatta edificare da Mario Gigliucci, è seguita una visita interna. Oggi il palazzo ospita la sede della Syracuse University a Firenze, ma conserva intatti affreschi e stemmi, tra cui quello del comune di Fermo, che ricordano le memorie della famiglia Gigliucci.

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