144 metri dal traguardo, passando dalla vita alla morte in pochi secondi, e lasciando purtroppo sull’asfalto i sogni, i progetti e le aspettative di un ragazzo di 22 anni



Redazione

PRATO
La famiglia Iannelli non si rassegna all’idea che tutto possa restare archiviato e senza arrivare ad una verità processuale sulla tragica morte di Giovanni, figlio di Carlo ed Annamaria, fratello di Vittoria e Margherita.
Una disgrazia pesante e impossibile da dimenticare, viste le numerose persone presenti in via Roma a Molino dei Torti (Alessandria), quel maledetto 5 ottobre 2019, quando il ciclista Iannelli nella volata finale a ranghi compatti, cadde battendo violentemente la testa su un pilastro sporgente di una civile abitazione, non protetto dalle transenne o da altri dispositivi di sicurezza.
144 metri dal traguardo, passando dalla vita alla morte in pochi secondi, e lasciando purtroppo sull’asfalto i sogni, i progetti e le aspettative di un ragazzo di 22 anni, che non doveva assolutamente morire in quella maniera. In quel tragico pomeriggio, Giovanni Iannelli fu trasportato in eliambulanza all’ospedale di Alessandria per essere operato d’urgenza, ma morì due giorni dopo (7 ottobre).
Il papà, la mamma, le sorelle e tutti coloro che lo hanno amato come un ragazzo esemplare, chiedono giustizia e non si arrendono sul fatto che tutto possa concludersi senza un giusto processo per accertare eventuali responsabilità da parte degli organizzatori che avrebbero dovuto proteggere nel migliore dei modi un tratto stradale in leggera discesa, con una semicurva e senza marciapiede nel centro abitato del medesimo paesino. Una corsa che si concluse davanti e sotto al terrazzo del municipio, sede delle istituzioni, della democrazia, della libertà e soprattutto della legalità.

A tal proposito, abbiamo ascoltato l’avvocato Carlo Iannelli che continuerà la sua battaglia per chiedere verità e giustizia sul terribile decesso del figlio.

Avvocato, quali azioni ha portato avanti in questi anni?

<<Il 18 giugno 2020 ho fatto fare una perizia tecnica a Molino dei Torti, dove il 5 ottobre 2019 si è svolta la gara ciclistica per dilettanti denominata ‘87esimo Circuito Molinese’. Dall’analisi effettuata nel tratto della carreggiata di via Roma, che attraversa l’abitato che porta al municipio, punto d’arrivo della gara, abbiamo riscontrato una leggera semicurva verso destra negli ultimi 220 metri, seguita da una successiva a sinistra, posta a circa 120 dall’arrivo che determinano un limitato campo visivo. La carreggiata, delimitata dagli edifici, è priva di marciapiede rialzato, presenta una larghezza variabile ed incostante con evidenti ostacoli determinati da spigoli, pali dell’illuminazione, della segnaletica stradale, di portarifiuti e nicchie che determinano repentini restringimenti, anche in cemento armato. Si rileva in numerosi punti, su ambo i lati, una serie di colonne sporgenti da 20 a 60 centimetri dall’asse dei muri, che interagiscono sulla carreggiata; colonne a sostegno dei cancelli carrabili, ed alcune vie traverse che si pongono sulle traiettorie tenute dai corridori. Punti ed elementi che costituiscono grande pericolo per gli atleti in corsa che nella volata finale superano i 65 orari. Le norme sportive in vigore (art. 58 RTTA), come pure gli atti autorizzativi, prevedono la messa in sicurezza, da parte dell’organizzazione, di tutti i punti e ostacoli che possono nuocere all’incolumità dei corridori. Nel caso specifico, era sicuramente necessario transennare gli ultimi 220 metri su ambo i lati>>.

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