Il progetto della diocesi punta a dare continuazione all’azione di housing sociale avviata nel 2019, realizzare strutture di prima accoglienza per i senza tetto, e creare gli strumenti per dare un aiuto concreto a coloro che, senza reddito e lavoro, rischiano lo sfratto esecutivo dell’abitazione che occupano



Redazione

TERAMO
<<Siamo pronti ad una collaborazione fattiva e concreta con la diocesi di Teramo e Atri per la realizzazione della 'Cittadella della carità'>>. Lo ha detto l’assessore regionale alle politiche sociali Pietro Quaresimale, commentando l’iniziativa della diocesi teramana che ha chiamato a raccolta i fedeli per un impegno diretto alla realizzazione del progetto.
<<Si tratta – ha aggiunto - di un’iniziativa di grande valore e importanza sociale, perché viene incontro ai bisogni primari delle fasce più deboli della collettività. Ed è un’iniziativa figlia anche di una scelta che la Regione ha fatto quando ha deciso di destinare i 10 milioni di euro provenienti dai fondi sul terremoto del 2016, alla ristrutturazione dell’immobile di via Taraschi a Teramo di proprietà dell'Asp, con una espressa finalità sociale. Come Regione, e in particolare come assessorato alla formazione e alle politiche sociali, possiamo dare il nostro contributo, finanziando corsi di perfezionamento professionale da destinare agli operatori che saranno chiamati ad un’attività diretta di gestione e controllo della 'Cittadella della carità'>>.

Il progetto della diocesi punta a tre obiettivi: dare continuazione all’azione di housing sociale avviata nel 2019, realizzare strutture di prima accoglienza per i senza tetto e creare gli strumenti per dare un aiuto concreto a coloro che, senza reddito e lavoro, rischiano lo sfratto esecutivo dell’abitazione che occupano. Peraltro, tra le azioni che il progetto prevede figura la possibilità di formare operatori qualificati e abilitati. <<E’ un passaggio dal quale la Regione non può chiamarsi fuori - ha rimarcato l'assessore - ed è per questo che con la diocesi avvieremo una interlocuzione che parte dalla collaborazione per la formazione degli operatori sociali, ma che potrebbe toccare anche altri aspetti del progetto. Del resto – ha concluso – nell’ultimo anno sono molteplici i diversi settori del sociale nei quali la Regione è intervenuta con progetti direttamente finanziati>>.

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